Parrocchia
di S. Ambrogio in Mignanego (GE)
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Alcuni
articoli pubblicati recentemente sul magistero del Papa e la GMG di Colonia
mi inducono ad alcune riflessioni che voglio condividere. Il Papa
nel rivolgersi ai convenuti a Colonia, ha ricordato le folle di nostri
fratelli e sorelle che aspettano, senza saperlo, il sorgere della stella nei
loro cieli per essere condotti a Cristo, luce delle genti. In particolare ha
salutato chi non è ancora battezzato, chi non conosce ancora Cristo e chi non
si riconosce nella Chiesa. Ha
ricordato loro la Chiesa come luogo di misericordia e tenerezza di
Dio verso gli uomini e Cristo come persona che non inganna. Ricorda inoltre
la gioia di essere cristiani, la gioia di far parte di una grande comunità,
in cui innanzitutto c'è Dio con noi! Un
cristianesimo di ricerca - il modello dei Re Magi - che si aspetta di
ricevere anche qualcosa dai giovani, dal loro entusiasmo, dalla loro
sensibilità e dalla loro disponibilità ad affrontare le sfide del futuro. Recentemente
sul Corriere della Sera, Gaspare Barbiellini Amidei ha evidenziato due punti
salienti del magistero di questo Papa: a)
le religioni non sono come un privilegio di appartenenza ma sinergie a
vantaggio dell' umanità: si tratta di riaffermare la sintonia monoteista alla
quale non appartiene, se non per blasfemia, la galassia
fondamentalista-terrorista. b)
sottrarsi all' ossessione sociologica di "rimanere in pochi".
Rifiutare quindi l' obbligo pavido di cedere fede e fabbricare emotività, pur
di mantenere consistenza statistica. Non vi deve essere paura ad essere
piccolo gregge. Il Papa è
consapevole della crisi della gente, assillata da domande di senso. Ad un '
Europa che ogni anno seppellisce 50 mila suicidi, soprattutto giovani, Egli
offre argomenti per pensare cominciando dalle soglie di una sinagoga e di una
moschea; a tal proposito, nell'incontrare i rappresentanti delle
comunità dei musulmani, li ha chiamati amici per sottolineare la vicinanza
spirituale ma ha ricordato loro il tema della sacralità della vita e della
centralità della persona come basi per un dialogo onesto e costruttivo; ed ha
anche ricordato come sia doverosa da parte di tutto l' Islam una ferma
condanna del terrorismo e del fondamentalismo. Mi ha
colpito molto nella veglia di ieri sera il riferimento ai santi, veri riformatori! ne ha
chiamato alcuni per nome, ha citato anche i fondatori degli ordini religiosi. Ha ricordato
l' immagine della Chiesa, rete in cui
ci sono i pesci buoni e cattivi, famiglia umana; Gesù ha
chiamato a sé proprio i peccatori, li ha chiamati amici non servi. Tutto ciò
che cosa può voler dire per noi singolarmente? e per chi tra noi aderisce
all' Azione Cattolica? Mi vengono
in mente questi pensieri sicuramente da approfondire: 1) la
centralità della nostra vita spirituale, di ricerca. 2) la
testimonianza della gioia, della fratellanza. 3) il
"dovere" dell' ecumenismo, 4) non
importa se le nostre comunità sono piccole ma ciò che importa è che siano
comunità di fede. 5) l' Azione Cattolica con la sua forma particolare di presenza, di
testimonianza di attenzione educativa e di diocesanità, si propone di far
diventare sempre più la Chiesa una famiglia umana; per fa ciò deve allo
stesso tempo osare, proporre contenuti impegnativi ed essere laboratorio.
Diversamente si ripiega su una gestione dell' esistente che, alla lunga,
sterilizza la capacità di avere grandi orizzonti e di pensare in grande. Guido |