Parrocchia di S. Ambrogio in Mignanego (GE)

 

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G.M.G. Colonia 2005

Domenica 21 Agosto 2005

h. 14,23

Guido

 

Alcuni articoli pubblicati recentemente sul magistero del Papa e la GMG di Colonia mi inducono ad alcune riflessioni che voglio condividere.

 

Il Papa nel rivolgersi  ai convenuti a Colonia, ha ricordato le folle di nostri fratelli e sorelle che aspettano, senza saperlo, il sorgere della stella nei loro cieli per essere condotti a Cristo, luce delle genti. In particolare ha salutato chi non è ancora battezzato, chi non conosce ancora Cristo e chi non si riconosce nella Chiesa. Ha ricordato loro la Chiesa come  luogo di misericordia e tenerezza di Dio verso gli uomini e Cristo come persona che non inganna. Ricorda inoltre la gioia di essere cristiani, la gioia di far parte di una grande comunità, in cui innanzitutto c'è Dio con noi!

 

Un cristianesimo di ricerca - il modello dei Re Magi - che si aspetta di ricevere anche qualcosa dai giovani, dal loro entusiasmo, dalla loro sensibilità e dalla loro disponibilità ad affrontare le sfide del futuro.

 

Recentemente sul Corriere della Sera, Gaspare Barbiellini Amidei ha evidenziato due punti salienti del magistero di questo Papa:

a) le religioni non sono come un privilegio di appartenenza ma sinergie a vantaggio dell' umanità: si tratta di riaffermare la sintonia monoteista alla quale non appartiene, se non per blasfemia, la galassia fondamentalista-terrorista.

b) sottrarsi all' ossessione sociologica  di "rimanere in pochi". Rifiutare quindi l' obbligo pavido di cedere fede e fabbricare emotività, pur di mantenere consistenza statistica. Non vi deve essere  paura ad essere piccolo gregge.

Il Papa è consapevole della crisi della gente, assillata da domande di senso. Ad un ' Europa che ogni anno seppellisce 50 mila suicidi, soprattutto giovani, Egli offre argomenti per pensare cominciando dalle soglie di una sinagoga e di una moschea;  a tal proposito, nell'incontrare i rappresentanti delle comunità dei musulmani, li ha chiamati amici per sottolineare la vicinanza spirituale ma ha ricordato loro il tema della sacralità della vita e della centralità della persona come basi per un dialogo onesto e costruttivo; ed ha anche ricordato come sia doverosa da parte di tutto l' Islam una ferma condanna del terrorismo e del fondamentalismo. 

 

Mi ha colpito molto nella veglia di ieri sera il riferimento ai santi, veri riformatori! ne ha chiamato alcuni per nome, ha citato anche i fondatori degli ordini religiosi.

Ha ricordato l' immagine della Chiesa, rete in cui ci sono i pesci buoni e cattivi, famiglia umana; Gesù ha chiamato a sé proprio i peccatori, li ha chiamati amici non servi.

 

Tutto ciò che cosa può voler dire per noi singolarmente? e per chi tra noi aderisce all' Azione Cattolica?

 

Mi vengono in mente questi pensieri sicuramente da approfondire:

1) la centralità della nostra vita spirituale, di ricerca.

2) la testimonianza della gioia, della fratellanza.

3) il "dovere" dell' ecumenismo,

4) non importa se le nostre comunità sono piccole ma ciò che importa è che siano comunità di fede.

5)  l' Azione Cattolica con la sua forma particolare di presenza, di testimonianza di attenzione educativa e di diocesanità, si propone di far diventare sempre più la Chiesa una famiglia umana; per fa ciò deve allo stesso tempo osare, proporre contenuti impegnativi ed essere laboratorio. Diversamente si ripiega su una gestione dell' esistente che, alla lunga, sterilizza la capacità di avere grandi orizzonti e di pensare in grande.

 

Guido