Parrocchia di S. Ambrogio in Mignanego (GE)

 

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Introduzione alla Bibbia / 17

 

i libri della Bibbia : i Vangeli

 

 

2 Nuovo Testamento

2 Vangeli

2 Matteo

2 Marco

2 Luca

2 Giovanni

 

 

 

 Nuovo Testamento

Nell'Antico Testamento Dio aveva promesso a Israele che un giorno avrebbe concluso una nuova alleanza (testamento) con il suo popolo (Ger31,31-34). In quell'occasione avrebbe « scritto la legge nel loro cuore» anziché su tavole di pietra (come i Dieci Comandamenti). Gesù è la realizzazione di questa « nuova alleanza» mediante la sua vita, morte e risurrezione, ed è per questa ragione che gli scritti che si riferiscono a Gesù e alla sua Chiesa sono chiamati Nuovo Testamento. Il Nuovo Testamento è diviso in quattro parti: i Vangeli, gli Atti degli Apostoli, le Lettere e l'Apocalisse. (Vedi la cronologia degli scritti dei Nuovo Testamento a p. 250).

 

Vangeli

La prima parte del Nuovo Testamento, chiamata i Vangeli (il termine «vangelo » significa «buona notizia»), è costituita da quattro resoconti distinti della vita di Gesù, scritti rispettivamente da Matteo, Marco, Luca e Giovanni. I primi tre Vangeli sono detti «sinottici »perché presentano un'Impostazione simile e vedono Gesù da un punto di vista analogo. 11 quarto Vangelo ha un'impostazione più spiccatamente teologica.

 

 

 

    Matteo

 

Autore: Matteo

Data: tra il 160 e l'80 d.C.

 

Contenuto

Il Vangelo di Matteo è sempre stato uno dei libri della Bibbia più usati nella storia della Chiesa per diversi motivi. È quello che riferisce un maggior numero di dettagli sulla vita di Gesù; contiene il ben noto «discorso della montagna, un compendio degli insegnamenti di Gesù ritenuto di grande valore anche dai non credenti; è il più ricco di particolari sulla nascita di Gesù, un evento tradizionalmente interessante a causa della nostra celebrazione della festa di Natale; contiene una raccolta di parabole, per le quali Gesù è ritenuto un grande maestro.

Riguardo alla data di composizione di questo Vangelo esistono opinioni contrastanti. Coloro che optano per la prima data (c. 60 d.C.) fanno leva sulla previsione di Gesù della distruzione di Gerusalemme (che ebbe luogo nel 70 d.C.), sostenendo che tale previsione si riferisce al futuro. Coloro che preferiscono una data posteriore (c. 80 d.C.) sostengono che lo scritto sembra documentare un periodo più tardivo e una situazione più sviluppata. Nel libro stesso l'autore non è nominato, ma fin dall'inizio fu attribuito a Matteo e non esistono motivi particolari per metterlo in dubbio.

Il Vangelo di Matteo fu scritto per diverse ragioni, alcune pratiche, altre di ordine teologico. Sul piano pratico, si avvertiva il bisogno di maggiori informazioni su Gesù di quelle date nella predicazione. Man mano che il numero dei credenti aumentava, si presentavano diverse domande che richiedevano una risposta. Non era possibile andare a Gerusalemme a chiedere spiegazioni direttamente agli apostoli, mentre un libro contenente gli elementi più importanti poteva essere fatto circolare nelle varie comunità. C'era inoltre bisogno di informazioni precise, poiché i nemici di Gesù stavano diffondendo calunnie al riguardo; mentre altri, cercando di approfittare del nuovo movimento per ragioni personali, distorcevano i fatti per adattarli alle proprie esigenze. I seguaci di Gesù volevano che i fatti venissero documentati. La morte di alcuni degli apostoli inoltre rendeva necessario mettere per scritto il contenuto della loro predicazione. Chi avrebbe raccontato la storia di Gesù quando tutti quelli che l'avevano conosciuto fossero morti? Se Matteo (e gli autori degli altri tre Vangeli) non avesse scritto nulla, forse il cristianesimo non sarebbe mai stato altro che un fenomeno locale relegato al passato. Dio partecipò alla compilazione di questa documentazione guidando un gruppo scelto di persone perché tramandassero la verità alle generazioni future. Perciò il libro di Matteo svolgeva la funzione di manuale o prontuario ad uso dei credenti.

 

Spunti teologici

Matteo aveva altri motivi per scrivere il suo libro oltre a quello di soddisfare un bisogno pratico della Chiesa. Nel suo scritto infatti affronta alcuni problemi specifici e puntualizza particolari aspetti. Primo, Matteo fa notare l'importanza delle profezie dell'Antico Testamento e come queste si siano attuate nella vita di Gesù. La Chiesa non è sorta casualmente e non era esclusa dai piani di Dio. Il tempo che adesso è finalmente giunto è stato predetto in tutto l'Antico Testamento. Matteo mostra come praticamente tutti gli eventi della vita di Gesù siano stati predetti dai profeti: la nascita, gli avvenimenti della sua infanzia, le guarigioni, gli insegnamenti, l'arresto, la morte e la risurrezione.

Secondo, Matteo vuole dimostrare ai suoi lettori ebrei che Gesù è l'adempimento di tutta la storia di Israele e dei suoi sogni. Egli infatti è il Messia che doveva venire. Questo è dichiarato fin dal primo versetto del libro:

«Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo. Terzo, Matteo vuole dimostrare che anche se Gesù discende dagli Ebrei, egli è venuto per tutto il mondo, compresi i Gentili. Di conseguenza, Matteo sottolinea con enfasi la venuta dei Magi (sapienti) a onorare la nascita di Gesù, l'apertura del regno di Dio ai Gentili e l'ingiunzione agli apostoli di andare in tutto il mondo a predicare il vangelo ad ogni creatura.

Quarto, Matteo parla specificamente della fondazione della Chiesa e del modo di trattare alcuni problemi.

Infine, il Vangelo di Matteo dà particolare risalto agli insegnamenti di Gesù, che per i credenti sono una guida pratica. Ampio spazio è dedicato a ciò che Gesù aveva detto sulle circostanze fondamentali della vita (5,3-7,27; 10,5-42;13,3-52;18,3-35; 24,4-25,46).

 

 

Schema

1. Infanzia di Gesù e inizio del suo ministero

1,1-4,25

2. Discorso della Montagna         

5,1-7,29

3. Ministero di Gesù: avvenimenti e insegnamenti

8,1-12,50

4. Parabole di Gesù        

13,1-52

5. Ministero di Gesù: altri avvenimenti e insegnamenti 13,53-19,30

 

6. Gesù a Gerusalemme  

20,1-25,46

7. Morte, sepoltura e risurrezione di Gesù

26,1-28,20

 

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     Marco

 

Autore: Marco

Data: c. 60 d.C.

 

Contenuto

Il Vangelo di Marco è probabilmente il primo dei Vangeli in ordine cronologico e quindi costituisce la base, in un modo o nell'altro, per i Vangeli sia di Matteo che di Luca. I tre Vangeli sono infatti detti «sinottici » perché espongono la vita di Gesù da un punto di vista analogo e contengono molto materiale in comune. Il Vangelo di Giovanni ha un'impostazione del tutto diversa, per cui normalmente viene trattato a parte. Il Vangelo di Marco ha tutta la sembianza di essere stato scritto agli inizi della storia della Chiesa, certamente prima della caduta di Gerusalemme nel 70 d.C.

Circa l'autore del Vangelo esistono due diverse teorie. Secondo un'opinione moderna, il libro è stato composto in un certo arco di tempo, con aggiunte, revisioni, rifacimenti e reimpostazione del testo originale, a seconda delle esigenze contingenti della Chiesa. Anche se alcuni passi danno l'impressione di essere stati rimaneggiati, è improbabile che il Vangelo abbia subìto una completa manipolazione come quella descritta. La Chiesa non avrebbe approvato drastiche alterazioni della vita di Gesù che non corrispondessero a una descrizione fedele dei fatti effettivamente accaduti. A questa teoria è preferibile il punto di vista tradizionale secondo cui Giovanni Marco, collaboratore dell'apostolo Pietro, prese nota della predicazione e dei ricordi di Pietro, e più tardi raccolse il materiale nel Vangelo scritto. Questa teoria gode dell'appoggio di tutti gli scrittori della Chiesa primitiva e concorda con i fatti così come sono narrati nel Vangelo.

Marco probabilmente scrisse il suo Vangelo a Roma poco prima della guerra civile che vi scoppiò nel 68-69 d.C. Per la Chiesa erano tempi difficili. Le persecuzioni avevano eliminato molti cristiani influenti, compresi gli apostoli Pietro e Paolo. Marco quindi pensò che era giunto il momento di mettere il suo materiale per scrittoi n forma permanente. Lo stile usato dà l'impressione che il libro sia stato scritto in fretta, senza molte revisioni per migliorare le frasi meno elaborate. Questo conferisce al libro un tono di immediatezza. Dettagli vividi, azione rapida, conflitti violenti: sono tutti elementi presenti in abbondanza.

 

Spunti teologici

Gli scopi che Marco vuol raggiungere con il suo scritto sono facili da individuare. IL primo, e più importante, è questo: Marco vuole dimostrare che il vangelo è la vita, morte e risurrezione di Gesù. La Chiesa stava predicando un messaggio di salvezza in forma succinta e Marco dimostra in che cosa consiste tale messaggio: è la storia di Gesù, il Figlio di Dio fatto carne, il quale è morto per i nostri peccati, fu sepolto e risuscitò da morte. Della nascita e dell'infanzia di Gesù Marco non fa neppure un accenno, come non parla di avvenimenti secondari della sua vita. La storia inizia dalla predicazione di Giovanni Battista, passa ben presto al confronto di Gesù con le autorità del tempo e si concentra sugli avvenimenti dell'ultima settimana della sua vita. Marco

dedica 10 capitoli alla vita pubblica di Gesù, mentre ne riserva 6 solo all'ultima settimana. Un secondo aspetto che Marco vuole sottolineare è che Gesù, pur essendo Figlio di Dio, era anche uomo. Tra i quattro evangelisti, Marco è quello che dà maggior risalto alle emozioni di Gesù, presentato come uno in tutto uguale a noi, eccetto il peccato. Gesù soffriva la stanchezza, la fame, la delusione, lo scoraggiamento; fu incoraggiato e fortificato; era deciso e tenace. Tutti noi possiamo identificarci in ciò che Gesù ha provato poiché, come esseri umani, possiamo provare gli stessi sentimenti.

Terzo, Marco ha scritto il suo libro per incoraggiare i cristiani che erano perseguitati. IL vedere che Gesù non esitava ad affrontare i suoi avversari avrebbe dovuto essere di incoraggiamento anche a loro.

Infine, Marco vuole dimostrare la potenza di Gesù. In tutto il Vangelo possiamo vedere Gesù dominare le potenze demoniache, le malattie, l'ignoranza, i nemici, e da ultimo la morte. IL Padre lo sosteneva ed egli portò a termine il compito che Dio gli aveva assegnato.

 

 

Schema

1. Prologo         

1,1-13

2. Primo periodo di ministero di Gesù

1,14-9,1

3. Trasfigurazione e viaggio a Gerusalemme

9,2-10,52

4. Ultima settimana della vita di Gesù

11,1-15,47

5. Risurrezione di Gesù   

16,1-8(20)

 

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    Luca

 

Autore: Luca

Data: c. 65 d. C.

 

Contenuto

il terzo Vangelo è stato scritto da un medico di nome Luca, compagno di viaggi dell'apostolo Paolo. Luca raccolse il materiale che, per dichiarazione esplicita, doveva costituire la storia del movimento cristiano dalle origini fino ai suoi giorni. Egli divise tale materiale tra il Vangelo di Gesù di Nazaret (10 volume); gli Atti degli Apostoli, che narrano l'opera del Gesù risorto nella vita dei suoi seguaci (2° volume); e forse un 3° volume che o è andato perduto o non è mai stato scritto a causa delle persecuzioni insorte nel frattempo (durante le quali Luca può essere morto). Paolo e Pietro morirono in quel periodo; perciò è possibile che sia morto anche Luca.

I primi quattro versetti del Vangelo di Luca inquadrano lo scritto nell'ambiente storico e ci dicono come gli antichi scrittori si accingessero a svolgere il loro lavoro. Luca fa notare che il cristianesimo suscita molto interesse, dimostrato dal fatto che « molti » han posto mano a stendere un resoconto del movimento (tra i quali c'è senz'altro anche Marco). Questo in sé è un fatto positivo, ma anche preoccupante. Luca temeva che, se ciò che si narrava non veniva accuratamente verificato, la verità venisse distorta. Perciò decise di «fare ricerche accurate su ogni circostanza fin dagli inizi» e di scriverne «un resoconto ordinato. Tale resoconto è appunto il Vangelo che porta il suo nome. Luca dedica il libro a Teofilo, forse un funzionario romano, indubbiamente per convincerlo che il cristianesimo non costituiva una minaccia per l'impero, essendo anzi la via scelta da Dio per la salvezza.

 

Spunti teologici

IL Vangelo di Luca presenta diverse caratteristiche. Prima, Luca vuole mettere Gesù in relazione con la storia del mondo. Nella genealogia di Gesù fa risalire le sue origini fino ad Adamo, anziché fermarsi a Davide o Abramo come ha fatto Matteo. La storia del popolo ebraico aveva scarsa importanza per un lettore pagano, ma far risalire l'origine di Gesù fino ad Adamo significava immetterlo nella storia universale, compresa quella dei pagani.

Seconda, Luca è particolarmente interessato alla nascita e all'infanzia di Gesù. Matteo vede in esse l'adempimento delle profezie; Luca le considera un avvenimento straordinario che si verifica nel bel mezzo della storia profana. Luca elenca sei circostanze storiche (3,1-2) atte a documentare l'esattezza storica del suo racconto. In questo punto i dati sono talmente particolareggiati da farci pensare che li abbia appresi direttamente da Maria, madre di Gesù.

Terza, Luca sottolinea la presenza del regno di Dio in particolare per i bisognosi. Egli mostra che Gesù ha portato la buona notizia ai poveri, agli oppressi, agli ammalati, agli emarginati, ai prigionieri. Gesù è venuto ad annunciare la liberazione dalla schiavitù e dall'oppressione. È un messaggio spirituale che interessa ogni aspetto della nostra vita, compresa la dimensione sociale.

Quarta, Luca si interessa delle donne e dei rapporti sociali. Egli descrive con simpatia e interesse la posizione che le donne occupano tra i seguaci di Gesù. Fa notare anche che l'accoglienza riservata da Gesù alle donne infrange alcune usanze del mondo contemporaneo: egli non esita a proporre un nuovo modo di comportarsi, specialmente nei confronti degli emarginati.

Infine, Luca vuole dimostrare la dimensione universale del vangelo di Cristo. Ciò si può dire anche di Matteo; ma mentre Matteo parla da Ebreo, Luca parla da Gentile, cioè pagano, mostrando che il vangelo è diretto a tutti: uomini, donne, schiavi.

 

 

Schema

1. Prologo         

1,1-4

2. Nascita e infanzia di Gesù       

1,5-2,52

3. Ministero di Gesù in Galilea     

3,1-9,50

4. Viaggio di Gesù a Gerusalemme

9,51-19,27

5. Entrata trionfale e ultima settimana a Gerusalemme

19,28-23,56

6. Risurrezione e apparizioni di Gesù

24,1-53

 

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    Giovanni

 

Autore: Giovanni

Data: c. 95 d.C.

 

Contenuto

Nel quarto Vangelo l'autore non è nominato, ma fin dai primi tempi è stato attribuito a Giovanni, l'apostolo prediletto di Gesù e uno dei suoi primi seguaci. Da giovane Giovanni aveva un carattere impetuoso, tanto da meritarsi da Gesù il soprannome di Boanerghes, «figlio del tuono» (Mc 3,17). I suoi contatti personali con Gesù e i molti anni trascorsi tra la morte e risurrezione di Gesù e la stesura del Vangelo lo hanno trasformato nell'apostolo dell'amore. Nessuno ha approfondito come Giovanni questo aspetto della natura di Dio. Egli afferma che « Dio è amore» (1 Gv 4,8) e che Dio « ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito» per esso (3,16). Colpisce particolarmente il fatto che Giovanni sottolineasse questo aspetto, se consideriamo gli anni turbolenti in cui egli era vissuto, finendo relegato a Efeso, ove forse morì.

Giovanni inizia il suo Vangelo con un sorprendente prologo che di fatto è una genealogia cosmica. Ci riporta indietro a prima della creazione del tempo, quando esisteva solo Dio, e ci dice che Cristo, identificato nel «Verbo» o « Parola», esisteva insieme a Dio. Egli era presso Dio ed era Dio (1,1). Questa asserzione è il fondamento di ciò che i cristiani hanno sempre affermato fin dagli inizi, che cioè Gesù era lui stesso Dio. Gesù, prima di venire sulla terra, era il possessore (e il creatore) della vita, colui che aveva conquistato le tenebre (tutte le forze del male). Egli è la luce che illumina la mente umana (1,9) e dà a quanti lo accolgono il potere di diventare figli di Dio (1,12).

Giovanni quindi prosegue narrando molti dei fatti già contenuti negli altri tre Vangeli, ma arricchendoli di ampie spiegazioni che ne svelano il significato interiore. Inoltre riporta alcuni fatti non registrati dagli altri tre. Gli aneddoti che circolavano sulla vita di Gesù dovevano essere moltissimi e si doveva operare una scelta. Giovanni afferma che, se fossero stati scritti tutti, «il mondo non basterebbe a contenere i libri che si dovrebbero scrivere» (21,25).

Una sezione in particolare del Vangelo di Giovanni, i cc. 14-17, non trova alcun riscontro negli altri Vangeli. È solo Giovanni che riporta il cosiddetto «discorso della stanza superiore, in cui Gesù parla nei termini più personali che si possano immaginare della vita, della spiritualità, della preghiera, della speranza, del conforto, di Dio, del cielo e della gioia. È uno dei brani della Bibbia più letti in assoluto, dove si trovano espressioni diventate familiari quali: « lo sono la via, la verità e la vita (14,6) e:

« Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici » (15,13).

 

Spunti teologici

Nello scrivere il suo Vangelo Giovanni intendeva raggiungere diversi scopi, oltre a narrare alcuni fatti fondamentali della vita di Gesù.

Primo, Giovanni si propone di dimostrare che Gesù è Dio. Molti dei suoi contemporanei (e anche ai nostri giorni) mettevano in dubbio questa realtà. Sembra in effetti una cosa impossibile da credere, ma non esistono valide prove contrarie. Gesù era, ed è, il Dio eterno dell'universo, insieme al Padre e allo Spirito Santo.

Secondo, Giovanni pone l'accento sulla natura umana di Gesù. Egli è uomo oltre che Dio. Gesù è nato, è vissuto in Palestina, ha bevuto acqua e mangiato cibo, si è stancato viaggiando, ha sofferto ed è morto. Giovanni si sente in dovere di mettere in risalto l'umanità di Gesù perché alcuni dei suoi contemporanei sostenevano che era passato in questo mondo come uno spirito, senza mai diventarne parte. Giovanni sostiene invece che solo un autentico essere umano poteva salvare l'umanità.

Terzo, il Vangelo è stato scritto specificamente perché noi potessimo credere in Gesù e perché, credendo, possiamo «avere la vita nel suo nome (20,31). Giovanni vuole che coloro che hanno ascoltato la parola di Gesù ne traggano tutti i benefici.

Infine, Giovanni vuole dar risalto ai rapporti tra Gesù e i suoi seguaci. Gesù è il buon pastore e noi siamo le sue pecore; Gesù è la porta attraverso la quale entriamo nella vita; Gesù è il pane di vita che nutre la nostra anima e l'acqua viva che appaga la nostra sete più profonda; Gesù è la vite di cui noi siamo i tralci. Tutte queste figure retoriche sono usate per convincerci che senza Gesù noi non possiamo fare nulla. Se viviamo in questa dimensione, la nostra gioia sarà piena (15,11).

 

 

Schema

1. Prologo         

1,1-18

2. Ministero di Gesù in Galilea

1,19-12,50

3. Gesù a Gerusalemme per l'ultima volta

13,1-38

4. Discorso della stanza superiore

14,1-17,26

5. Morte, risurrezione e apparizioni di Gesù ai suoi discepoli

18,1-21,25

 

[tratto da : "Guida allo studio della Bibbia" a cura di Walter A. Elwell - Ed. Elle Di Ci - 1997]

 

 

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