Parrocchia di S. Ambrogio in Mignanego (GE)

 

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Introduzione alla Bibbia / 19

 

i libri della Bibbia : lettere di S. Paolo / 1

 

 

2  Romani

2  1 Corinzi

2  2 Corinzi

2  Galati

2  1 Tessalonicesi

2  2 Tessalonicesi

 

 

 

Romani

 

Autore: Paolo

Data: c. 58 d.C.

 

Contenuto

La lettera ai Romani è uno dei più importanti libri del Nuovo Testamento, con una accurata impostazione e densa di contenuto teologico. Evidentemente l'apostolo Paolo pensava spesso a Roma, la grande città del mondo antico, e anche se non aveva mai avuto l'occasione di visitarla come avrebbe desiderato, voleva tuttavia spiegare ai Romani la natura del movimento cristiano. Nel suo scritto traccia un'ampia panoramica della storia e del pensiero dai tempi di Adamo alla fine del mondo.

 

Spunti teologici

Paolo crede fermamente che Dio ha creato il mondo e í primi esseri umani quali capostipiti di tutta l'umanità. Da Adamo discende la razza umana, purtroppo non perfetta, bensì soggetta al peccato e alla morte. Il peccato e la morte sono anche la nostra sorte, il che dimostra che siamo veramente figli di tale padre. IL peccato ha trasformato il mondo in un luogo dove è difficile vivere. Molti sono caduti estremamente in basso, preferendo al culto di Dio l'adorazione di animali, serpenti e altri idoli. Indubbiamente Paolo stava pensando a ciò che aveva constatato in molte città che aveva visitato, dove tali deviazioni erano all'ordine del giorno. Alcuni non solo avevano stravolto il concetto di culto, ma avevano profanato le relazioni umane cedendo a passioni violente e innominabili nei rapporti reciproci. Paolo vede in ciò essenzialmente un'ingratitudine verso Dio, che ci ha creati per la gloria e la virtù. Alla gloria di Dio noi preferiamo il degradante abuso del prossimo e del creato. Non tutti sono caduti tanto in basso, ma tutti siamo peccatori. Paolo sintetizza questo concetto nelle parole: «Tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio, (3,23).

Nonostante la nostra disperata situazione, Dio non ci ha abbandonati. Sono evidenti due concetti. Primo, Dio può essere ancora conosciuto dall'uomo nonostante i suoi peccati; egli non ha sospeso il suo dialogo con noi. Ci sono le prove della presenza di Dio nel creato, e c'è la legge scritta nel nostro cuore che ci parla di realtà superiori. Secondo, Dio ha fatto per noi ciò che sembrerebbe impossibile: ci ha messo a disposizione la salvezza in Cristo. Gesù è morto per noi, che non lo meritavamo, per poterci ricondurre a Dio, il tutto senza compromessi da parte di Dio.

Per poter beneficiare dì questa salvezza che ci viene offerta, noi non dobbiamo fare altro che accettarla. Paolo quindi afferma che il Vangelo è la potenza di Dio che opera la salvezza di chiunque creda in lui (1,16). A chi crede in ciò che Dio ha fatto in Cristo, «la sua fede gli viene accreditata come giustizia (4,5). Se confessiamo che Gesù è il nostro Signore e crediamo che Dio lo ha risuscitato dai morti, saremo salvi (10,9-10). Paolo è fermamente convinto di ciò poiché prima, quando era un Giudeo praticante, aveva cercato la salvezza senza peraltro riuscire a ottenerla. Martin Lutero, molti secoli dopo, sperimentò la stessa cosa quando cercava di guadagnarsi la salvezza seguendo una regola monastica. Le regole, siano esse ebraiche, pagane o cristiane, non possono salvare: Dio solo salva.

A queste riflessioni Paolo fa seguire un'ampia discussione sui benefici della vita cristiana e sul modo di viverla. I benefici sono descritti in dettaglio nel capitolo 8 e si possono sintetizzare in due punti. Primo, Dio non cessa mai di amarci. Niente di ciò che esiste in tutto il creato può separarci dal suo creatore e amministratore (8,37-39). Secondo, Dio è in grado di operare per il nostro bene in tutte le cose (8,28). Non è possibile spiegare esattamente in che modo Dio lo faccia, ma poiché egli è Dio, lo può fare, e noi ci rendiamo conto di ciò che fa quando siamo disposti a fidarci di lui. Segue anche un'ampia discussione sul modo di vivere in pratica la nostra fede cristiana (cc. 12-15).

Una parte importante della lettera ai Romani è riservata al rapporto esistente tra Israele e la Chiesa (cc. 9-11). Paolo cerca di dimostrare che Dio è sempre stato operante nella storia in generale, ma in particolare in quella di Israele. A chi chiede perché Dio abbia voluto scegliersi un popolo particolare, Paolo risponde che questo è un problema solo in apparenza. In realtà, solo i credenti tra il popolo ebraico erano il vero Israele, e i credenti in Gesù ora sono un'estensione dell'Israele spirituale. Ma ciò non significa che Israele come nazione sia stato irrimediabilmente scartato. in qualche modo misterioso, quando tutti i popoli avranno aderito alla fede, alla fine anche Israele sarà salvo (11,25-26).

La lettera ai Romani è nel contempo un trattato teologico e una guida pratica per i credenti. Approfondire i suoi segreti significa imparare l'essenza del vivere cristiano.

 

 

 

Schema

1. Saluti

1,1-7

2. Tutto il mondo è peccatore    

1,8-3,20

3. IL fatto della salvezza  

3,21-5,21

4. Applicazione della salvezza      

6,1-8,39

5. Israele e la Chiesa      

9,1-11,36

6. Direttive per i credenti          

12,1-15,32

7. Saluti conclusivi         

16,1-27

 

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1 Corinzi

 

Autore: Paolo

Data: c. 56 d.C.

 

Contenuto

Paolo visitò Corinto nel suo secondo viaggio missionario (vedi la mappa a p. 270) e vi si fermò qualche tempo per stabilire una comunità cristiana. Era un compito difficile, non solo a causa dell'opposizione ma anche per la diffusa immoralità che vi trovò. Corinto era notoriamente conosciuta nell'antichità per la sua depravazione. Come porto di mare, attirava ogni genere di persone che facevano quel che volevano, partivano senza rendere conto a nessuno e si lasciavano alle spalle miseria e abbandono. I convertiti al cristianesimo in tale ambiente dovevano diventare nuove creature in Cristo. Ma sfortunatamente molti di loro si portavano dietro le vecchie abitudini.

 

Spunti teologici

È importante tener presente che, diventando credenti, non ci trasformiamo automaticamente e all'istante in qualcosa di completamente diverso da ciò che eravamo prima. Diventiamo nuove creature, ma abbiamo bisogno di «crescere in grazia» con il potere datoci da Dio. È la potenza di Dio che fa la differenza, e la potenza di Dio l'abbiamo a disposizione a patto che siamo disposti a utilizzarla. Tra i cristiani di Corinto, alcuni erano disposti in tal senso, ma molti altri non lo erano.

Buona parte di questa lettera è costituita dalle risposte di Paolo alle domande postegli dai rappresentanti della comunità di Corinto. Trattano tutta una serie di problemi sia teologici che pratici. Per prima cosa Paolo parla del rapporto tra fede e vita mostrando che la fede è l'essenza della vita cristiana. Ad alcuni può sembrare poco importante, ma in realtà è l'unico modo di vivere una vita gradita a Dio. Paolo quindi prosegue mostrando come ciò si possa attuare in pratica e la ricompensa che ne avremo. In una descrizione metaforica del giudizio (3,10-15), Paolo mostra che alcune delle nostre azioni non passeranno l'esame. Ma alcune passeranno, e queste brilleranno per sempre come pietre preziose. IL capitolo 4 inizia con un importante richiamo: Paolo dice che i cristiani non devono giudicare. Non dobbiamo giudicarci l'un l'altro: solo Dio può giudicare. Paolo quindi affronta una serie di problemi pratici: questioni legali e personali, immoralità, problemi matrimoniali, mangiare cibi che sono stati offerti in sacrificio agli idoli, libertà personale; poi ancora l'ultima cena del Signore, i doni spirituali e la dottrina sulla risurrezione.

Particolare importanza riveste ciò che Paolo dice a proposito dei doni spirituali. A questo argomento dedica tre capitoli (cc. 12-14), spiegando come i doni debbano essere esercitati. Si tratta di un elenco parziale dei doni che lo Spirito distribuisce tra i credenti, i quali devono usarli in modo costruttivo. Paolo mette l'accento sul principio che deve motivare l'uso di tutto ciò che riceviamo da Dio: l'amore (c.13). Se anche possedessimo tutta l'intelligenza o la forza del mondo, ma non avessimo amore, non ci gioverebbe a nulla.

La discussione sulla risurrezione è altrettanto importante (c.15). Non è solo ai nostri giorni che la gente è incline a dubitare della verità della risurrezione di Gesù dai morti; la stessa tendenza era diffusa anche ai tempi di Paolo. Perciò ritiene necessario difendere la verità della risurrezione corporea di Gesù: è il fondamento della fede cristiana! E in questa fede abbiamo la speranza di vita eterna.

Paolo termina la lettera con una serie di saluti e con l'esortazione a dare un contributo materiale alla chiesa di Gerusalemme. Questo può sembrare poca cosa, ma per lui era molto importante. Paolo vuole che i primi cristiani riconoscano la dipendenza l'uno dall'altro. IL Vangelo è arrivato a Corinto da Gerusalemme ed è beneficio spirituale per i Corinzi. Essi a loro volta devono assumersi qualche responsabilità nei confronti dei fratelli bisognosi dai quali il messaggio è partito. In tal modo i due gruppi riconoscono l'unità che li lega in Cristo. Se questo spirito fosse maggiormente operante oggi, avremmo certamente meno problemi.

 

 

Schema

1. IL glorioso vangelo di Cristo

1,1-3,23

2. Vita dell'apostolo       

4,1-21

3. Problemi personali     

5,1-6,20

4. Problemi matrimoniali 

7,1-40

5. Problemi di vita cristiana

8,1-11,34

6. Doni spirituali

12,1-14,40

7. La risurrezione di Cristo          

15,1-58

8. Saluti conclusivi         

16,1-23

 

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2 Corinzi

 

Autore: Paolo

Data: c. 57 d.C.

 

Contenuto

La seconda lettera dell'apostolo Paolo ai Corinzi segue a breve distanza la prima. Aveva avuto notizie da Corinto dell'accoglienza riservata alla sua prima lettera e risponde a tono. Questa è forse la lettera più personale ed emotiva scritta da Paolo.

La prima cosa che vuole mettere in chiaro è la sua autorità apostolica sulla chiesa di Corinto. Alcuni stavano minando la sua autorità; altri brigavano per introdurre divisioni nella chiesa. Paolo dichiara di non aver nessun interesse personale nel predicare il Vangelo a Corinto; lo faceva soltanto per il loro bene. Non solo, ma lo faceva anche a costo di grande sacrificio personale; ed elenca alcune delle sofferenze che aveva dovuto patire (6,3-10; 11,23-29), compresi i maltrattamenti e la prigione. Se ora ribadisce la sua autorità, non lo fa per se stesso ma per il loro bene. Hanno bisogno di qualcuno che li guidi dalle tenebre alla luce. Per quanto riguarda coloro che fomentano divisioni nella chiesa, un semplice sguardo ai risultati basta a dimostrare che sono sulla strada sbagliata. Risse e discordie non sono mai il risultato dell'opera dello Spirito di Dio, ma solo di persone egoiste.

 

Spunti teologici

Paolo dà particolare enfasi alla morte di Cristo per noi e alla gloria della salvezza. La nostra condizione disperata ha indotto Dio a mandare il suo Figlio a salvarci. È stato l'amore che ha mosso Dio a venirci in aiuto e che ha ispirato Paolo a predicare il Vangelo (5,14). L'opera compiuta da Cristo sulla croce ha segnato una svolta per il mondo. Egli non è morto semplicemente per darci un esempio di dedizione a una causa, ma per riconciliare il mondo con Dio. Noi ci eravamo perduti nell'errore e nel peccato. Occorreva un intervento drastico per ricondurci a Dio, e tale intervento è stato compiuto da Gesù che è morto per i nostri peccati (5,19). Ora, se noi crediamo in lui, possiamo entrare a far parte della nuova creazione, rinnovata in Cristo (5,17). L'offerta è stata lanciata; il momento giusto per accettarla è quello in cui viene compresa e recepita; dopo potrebbe essere troppo tardi (6,1-2).

Buona parte di questa lettera spiega come vivere la vita cristiana. Questi spunti non sono raccolti in un unico passo, come in altre lettere di Paolo, ma si trovano sparsi qua e là in tutta la lettera. Paolo accenna ancora alle irregolarità sessuali e alla necessità di mettere noi stessi a completa disposizione di Dio, il che equivale a metterci a disposizione solo della nostra controparte nel matrimonio. IL nostro corpo infatti è il tempio dello Spirito Santo e non deve essere profanato (6,14-7,1). Inoltre abbiamo il dovere di provvedere a coloro che lavorano per noi. Nella lettera precedente Paolo ha usato l'esempio del bue che trebbia il grano e ha bisogno di sostentamento per poter continuare il suo lavoro.

Se Dio si prende cura dei buoi, perché non dovrebbe aver cura degli esseri umani che lavorano per il bene degli altri?

Infine Paolo parla di alcune delle sue difficoltà personali. In un altro passo (Gal 4,1215) accenna a una malattia fisica; qui si sofferma più a lungo dicendo di aver pregato con insistenza Dio di esserne liberato, senza peraltro ottenere tale grazia (12,1-10). In compenso ha ricevuto qualcosa di più importante: un incontro con Dio che gli ha dato forza. Ha imparato a realizzarsi attraverso la sofferenza anziché scansandola e vivendo esente da essa. C'è un profondo mistero in questo, ma possiamo spesso constatare che quando siamo disposti ad accettare la nostra croce, qualunque essa sia, diventiamo più maturi e capaci di superare le avversità. Paolo ha imparato che la nostra debolezza offre a Dio l'occasione di manifestare la sua potenza.

 

 

Schema

1. Saluti 1,1-11

2. Appello di Paolo ai Corinzi        1,12-3,18

3. Carattere del ministero di Paolo 4,1-7,16

4. Responsabilità verso quelli che servono gli altri  8,1-9,15

5. Difesa del suo apostolato e osservazioni conclusive 10,1-13,13

 

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Galati

 

Autore: Paolo

Data: c. 48 d.C.

 

Contenuto

La lettera ai Galati è secondo alcuni la prima scritta dall'apostolo Paolo, che aveva visitato le chiese della Galazia in uno dei suoi viaggi missionari descritti da Luca negli Atti degli Apostoli (cc. 13-14). (Vedi la mappa a p. 269). Le città principali dove Paolo aveva predicato erano Antiochia, Listra, Iconio e Derbe, tutti importanti centri commerciali. Egli riteneva utilissimo predicare il Vangelo in tali punti strategici, perché si incontravano viaggiatori che potevano diffonderlo in altri paesi. L'accoglienza riservata a Paolo in queste città, tuttavia, non fu delle migliori, I Giudei dapprima lo ascoltarono perché anch'egli era giudeo, ma il loro atteggiamento mutò ben presto quando Paolo cominciò a presentare Gesù come il Messia; e i Gentili da parte loro si mostrarono ostili quando egli contestò il loro paganesimo. A Listra Paolo fu violentemente preso a sassate e lasciato per morto. Nonostante ciò, alcuni credettero e costituirono il primo nucleo della chiesa nella regione della Galazia.

Ben presto sorse un serio problema, che fornì l'occasione per questa lettera. Erano giunti in Galazia alcuni fanatici cristiani di origine ebraica a minare l'autorità di Paolo. Essi sostenevano che i pagani non potevano diventare perfetti cristiani se non venivano circoncisi secondo il costume ebraico, Sostenevano che Paolo era arrogante, bugiardo, che non aveva detto ai Galati tutta la verità, che era debole, ammalato e vigliacco. La fiducia dei Galati in Paolo subì una forte scossa ed essi cominciavano a esitare nell'accettazione della sua predicazione. Queste furono le circostanze che indussero Paolo a scrivere la lettera ai Galati.

 

Spunti teologici

IL tema centrale della lettera ai Galati è che l'uomo è salvato dalla sola fede; essere salvato significa essere libero. La salvezza per mezzo della sola fede è la sostanza del Vangelo. Per dimostrare la sua tesi Paolo cita Abramo che fu salvato grazie alla sua fede (esempio appropriato perché i Giudei consideravano Abramo come il padre della loro nazione). Questo è il modo in cui Dio ha stabilito la salvezza per l'umanità. Gesù è morto perché noi non fossimo costretti a guadagnarci la nostra salvezza, che del resto non avremmo potuto ottenere anche se lo avessimo voluto. Negare la possibilità di essere salvati per mezzo della fede è negare Dio stesso.

Quando una persona crede, quella persona diventa libera: libera dalla condanna per il peccato, dalle regole inutili, dalla legge, dalle potenze del male, da se stessi, È un messaggio che spalanca la porta a un senso di vita e di gioia. Dalla porta entra lo Spirito Santo, che arreca « amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé» (5,22-23). La persona può quindi vivere per gli altri, amandoli e portando i loro fardelli. La libertà di essere ciò che Dio vuole e di servire gli altri è la sostanza della vita cristiana.

Paolo sostiene la tesi che siamo salvati e resi liberi per mezzo della fede con una elaborata argomentazione. Egli afferma che in qualità di apostolo può parlare con autorità, che il Gesù risorto gli ha svelato la verità, che ha l'appoggio degli altri apostoli in Gerusalemme, che il contenuto della sua predicazione è fondato nell'Antico Testamento, che lo Spirito Santo conferma la verità del suo messaggio operando miracoli e infine che il suo vangelo opera per e nella vita. Chi non è d'accordo con lui si chieda se non stia lottando contro Dio. L'uomo raccoglie ciò che ha seminato. Una vita di fede porta la vita; una vita di egoismo e di male porta la morte. La scelta è una partita aperta: Paolo ci invita a scegliere la vita.

 

 

Schema

1. Introduzione  

1,1-9

2. Difesa del suo apostolato        

1,10-2,10

3. Difesa del suo vangelo 

2,11-21

4. Salvezza e suoi benefici          

3,1-4,31

5. La libertà portata da Cristo     

5,1-6,18

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1 Tessalonicesi

 

Autore: Paolo

Data: c. 50-51 d.C.

 

Contenuto

Paolo scrisse questa lettera ai Tessalonicesi da Corinto, poco dopo il suo soggiorno a Tessalonica, nel suo secondo viaggio missionario (vedi la mappa a p. 270). Si erano verificati diversi episodi di persecuzione dei credenti già durante il soggiorno di Paolo. Sembra che un gruppo di uomini violenti si fossero presi l'incarico di distruggere il nuovo movimento cristiano. In realtà ne erano allarmati, temendo che potesse interferire con il loro pessimo modo di vita. Accade spesso che l'opposizione sia basata sulla paura e l'incomprensione anziché sulla ragione. Se avessero riflettuto, si sarebbero convinti che l'arrivo del cristianesimo sarebbe stato a tutto vantaggio per loro e per la città. Comunque Paolo era partito, scacciato da Tessalonica, ed era andato a Corinto. Da qui dopo qualche tempo inviò Timoteo a Tessalonica a vedere come stavano le cose. Rassicurato poi che la situazione si era tranquillizzata, scrisse questa lettera con la quale ringrazia la comunità per il modo in cui hanno accettato il suo messaggio, quindi passa a chiarire alcuni punti di dottrina che avevano suscitato perplessità.

 

Spunti teologici

Paolo inizia la lettera ringraziando la chiesa per la sua operosità e per la testimonianza che offre. Ciò che sta facendo la comunità di Tessalonica è noto anche in altri luoghi ed è un buon esempio che può essere seguito da altri. In questo seguono l'esempio di Paolo, che a sua volta segue il Signore. Egli si rende conto di come sia difficile rimanere fedeli, specialmente in mezzo alle persecuzioni, e ringrazia sinceramente Dio per il modo in cui la comunità tiene fede al suo impegno. Paolo ricorda ai credenti che Gesù non solo ci ha liberati dal peccato ma che, al suo ritorno, ci libererà da qualsiasi male.

Quindi amplia questo tema parlando di se stesso e del suo ministero. Anch'egli è stato perseguitato, e perciò comprende molto bene la situazione in cui si trovano i suoi lettori. Altri ancora hanno sofferto per Cristo, particolarmente i credenti che abitano in Giudea (la terra di Israele). Per loro non è mai stato facile essere cristiani, e Paolo vuole fare i nuovi credenti partecipi della sua fiducia nel successo finale. Quindi usa toni molto personali, paragonando la sua cura per la comunità a quella che una nutrice o un padre ha per i suoi figli. Tutto questo ha lo scopo pratico di aiutare i Tessalonicesi a vivere una vita migliore.

Era sorto un problema particolare riguardo al matrimonio e alla santità personale, perciò Paolo tratta espressamente l'argomento. IL mondo antico era notoriamente rilassato in questo campo, creando gravi difficoltà per coloro che cercavano di comportarsi bene moralmente. Con la grazia e la forza di Dio, dice Paolo, sarete in grado di superare tutte le tentazioni e gli ostacoli che intralciano la vita cristiana.

Nell'ultima parte della sua lettera Paolo vuole chiarire un equivoco che era sorto riguardo alla seconda venuta di Gesù. È difficile sapere esattamente di cosa si trattasse, ma evidentemente il problema presentava due aspetti. Primo, alcuni erravano riguardo a chi avrebbe beneficiato del ritorno di Cristo, ritenendo che sarebbero stati interessati solo i viventi, mentre quelli che erano morti prima del ritorno di Gesù sarebbero stati svantaggiati. Secondo, altri si chiedevano quando sarebbe ritornato ed erano talmente ansiosi da cessare ogni attività, diventando in tal modo un peso per l'intera comunità. Paolo chiarisce i due problemi insistendo sul fatto del ritorno di Cristo e di ciò che può significare per noi. È certo che la seconda venuta porrà fine a questa era, portando conforto ai credenti e il giudizio sui non credenti. Nel frattempo dobbiamo vivere nell'aspettativa, nella gioia e nel coraggio in attesa della sua prossima venuta.

 

 

Schema

1. Saluti ed esortazioni ai Tessalonicesi

1,1-2,20

2. Gioia di Paolo per ciò che ha riferito Timoteo

3,1-13

3. Questioni morali        

4,1-12

4. Venuta di Cristo e il giorno del Signore

4,13-5,28

 

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2 Tessaionicesi

 

Autore: Paolo

Data: c. 51 d.C.

 

Contenuto

Dopo aver scritto una prima lettera ai Tessalonicesi, Paolo fu informato che nella chiesa c'era ancora confusione riguardo alla dottrina della seconda venuta di Cristo. Sembra che circolassero voci che attribuivano l'equivoco allo stesso Paolo. Inoltre, alcuni erano talmente convinti dell'imminenza della venuta di Cristo che non ritenevano più necessario provvedere a se stessi e alla propria famiglia. Perché lavorare se Cristo porrà presto fine a tutto? Per trattare questi temi e per incoraggiare i credenti di Tessalonica, Paolo scrive questa seconda lettera probabilmente a pochi mesi di distanza dalla prima.

 

Spunti teologici

Paolo inizia la lettera con parole di incoraggiamento ai Tessalonicesi che sono perseguitati. Ricorda loro che sono stati chiamati ad essere degni del regno di Dio per il quale adesso hanno da soffrire. Se riescono a resistere, Cristo al suo ritorno porterà loro conforto, mentre i loro persecutori sperimenteranno la pesante mano del giudizio di Dio. Nel giorno del suo ritorno Cristo sarà glorificato in mezzo ai suoi santi e bandirà dalla sua presenza tutti quelli che non hanno accettato il Vangelo (1,5-12).

Paolo quindi prosegue affermando che la venuta di Cristo non si verificherà senza essere preceduta da alcuni segni premonitori. È un errore pensare che la seconda venuta possa verificarsi al di fuori del resto del piano di Dio. IL ritorno di Cristo dovrà essere preceduto da una defezione generale (apostasia) e dovrà essere smascherato « l'uomo iniquo, normalmente chiamato Anticristo, con tutte le sue trame di dominio universale. L'Anticristo in spirito è già al lavoro, ma prima che possa venire la fine si dovrà rendere manifesto. Accadute queste cose, il Signore Gesù ritornerà a distruggerlo (2,8).

Paolo conclude questa spiegazione con esortazioni etiche di carattere pratico. La dottrina della venuta di Cristo non deve renderci pigri, arroganti o immorali, ma piuttosto operosi, umili e puri. Non dobbiamo mai stancarci di fare il bene (3,6-13).

 

 

Schema

1. La gloriosa venuta di Cristo     

1,1-12

2. Eventi che precederanno la venuta di Cristo

2,1-17

3. Esortazioni a una vita santa in vista del ritorno di Cristo  

3,1-18

 

[tratto da : "Guida allo studio della Bibbia" a cura di Walter A. Elwell - Ed. Elle Di Ci - 1997]

 

 

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