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il CREDO / 7 |
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Il terzo
articolo del Simbolo: lo Spirito santo Lo
Spirito santo nella chiesa Anche
il terzo articolo del Simbolo, riguardante lo Spirito santo, non deve venire
isolato dall'insieme. Né esso viene semplicemente a giustapporsi ai primi
due. Si
tratta sempre dell'unico mistero di Dio, e del Dio rivelato in Gesù Cristo.
Lo Spirito santo, peraltro, è già stato evocato nel secondo articolo, a
proposito della concezione di Gesù. Nel
terzo articolo il mistero di Dio viene formulato come un dono: un dono
condiviso nella chiesa. Vediamo questi beni apportati dalla fede. «Credo nello Spirito
santo...» La
formula, mentre orienta la fede sul Dio uno che è Spirito, costituisce anche
l'involucro delle affermazioni seguenti. La
costruzione della traduzione suggerisce che non si devono giustapporre, nella
fede, lo Spirito santo e la chiesa, la comunione dei santi, la remissione dei
peccati, ecc. Infatti si dice: «Credo nello Spirito santo»; e poi: (credo)
«la santa chiesa cattolica...». Come già abbiamo osservato, a rigore di
termini si crede soltanto in Dio. Una
versione particolarmente antica del testo recitava: «Credo nello Spirito
santo nella chiesa». Peraltro il testo originale greco diceva semplicemente:
«Credo a uno spirito santo...», riferendosi dunque non tanto alla persona
dello Spirito santo, quanto al dono dello Spirito fatto ai credenti. Nella
formula del Simbolo più elaborata, lo Spirito santo viene confessato in
rapporto immediato alla sua opera: assemblea ecclesiale, comunione dei
santi, remissione dei peccati... «...La santa chiesa cattolica...» La
chiesa esiste come radunata insieme dallo Spirito santo. La
chiesa non si trova in primo luogo dove la si organizza, riforma e dirige,
bensì in coloro che credono semplicemente e che in essa accolgono il dono
della fede e ne vivono (J. RATZINGER, op. cit., 284). La chiesa non viene
'vista' ma confessata come santa, quale luogo nel quale lo Spirito santo
opera la sua attività di santificazione. E tuttavia non può certamente essere
santificante, se non sia santa lei stessa, nell'essenzialità del proprio
essere. La
qualifica 'cattolica', che ne determina la natura, esprime l'unità nella
diversità: si tratta di un'unità 'di fondo' realizzata nella partecipazione
di tutti agli stessi beni e confermata dal riconoscimento reciproco dei suoi
membri e delle sue comunità particolari. In concreto, questa unità cattolica
viene stabilita dal ministero episcopale. La comunità (la chiesa) si salda
attorno al proprio vescovo, egli stesso in comunione con tutti gli altri
vescovi; e il legame di comunione tra i vescovi si rannoda a sua volta
attorno al vescovo di Roma. Nondimeno,
come ci ricordava J. Ratzinger, la chiesa non è innanzitutto
'organizzazione'. L'episcopato non è l'istituzione di un potere di tipo
puramente politico. Come insegna il concilio Vaticano II, la chiesa è
'sacramento', ossia il segno di un mistero nel quale opera essenzialmente lo
Spirito santo. Per questo la chiesa può essere pure designata, a giusto
titolo, come comunione: la 'comunione dei santi'. «...La comunione dei santi...» L'espressione
è in certo modo una ridondanza della precedente: «[credo] la santa chiesa
cattolica»: questa santa chiesa cattolica è comunione dei santi. Il
senso che si dà usualmente oggi all'espressione si riferisce ai valori di
unità, di scambio prezioso di meriti, preghiere, e aiuto reciproco tra i vari
membri della chiesa, sia vivi che defunti. Questo significato non è certo
falso, ed esprime un'idea confortante: noi non siamo soli nel nostro cammino
di fede; siamo sorretti da una moltitudine di fratelli e di testimoni. Tuttavia
il senso primario dell'espressione «comunione dei santi» è quello di
«comunione delle cose sante». Questo significato non esclude quello a noi più
familiare; ma lo illumina in modo prezioso, conferendogli un fondamento migliore.
La comunione tra i credenti, o tra loro e quelli che già hanno raggiunto la
casa del Padre, si realizza fondamentalmente nella condivisione degli stessi
beni, delle stesse 'cose sante'; e prima di tutto dei sacramenti, e ancor più
particolarmente dell'eucaristia, quella realtà santa per eccellenza che è il
corpo di Cristo. La
santa chiesa cattolica è essenzialmente la comunità che prende corpo
nell'assemblea eucaristica, partecipando al corpo del Signore. Ma questa
comunità santa è anche una comunità di battezzati, cioè di peccatori
perdonati. «...La remissione dei
peccati...» Quando
si sente parlare di 'perdono dei peccati', si pensa subito al sacramento
della penitenza. Tuttavia il sacramento della conversione e della remissione
dei peccati è innanzitutto il battesimo, che viene qui ricordato. Come si
afferma esplicitamente nel credo niceno-costantinopolitano: «Professo un
solo battesimo per il perdono dei peccati». La
remissione dei peccati si realizza nella chiesa per la potenza dello Spirito
santo. La stessa chiesa è la comunità che non cessa di edificarsi a partire
dalla remissione dei peccati. L'opera una e multiforme
dello Spirito Si
può dire che il terzo articolo del Simbolo recita l'opera unitaria e
multiforme dello Spirito santo. Nell'eucaristia,
è per la potenza dello Spirito santo che si attua la conversione delle
offerte in corpo e sangue di Cristo, condivisi poi nella fede: «Ora ti
preghiamo, Padre: lo Spirito santo - recita il sacerdote nella quarta
preghiera eucaristica - santifichi questi doni perché diventino il corpo e il
sangue di Gesù Cristo, nostro Signore, nella celebrazione di questo grande
mistero che ci ha lasciato in segno di eterna alleanza». Nel
nuovo rituale del sacramento della penitenza, anche la remissione dei peccati
viene attribuita direttamente allo Spirito santo. La formula pronunciata dal
sacerdote è la seguente: «Dio, Padre di misericordia, che ha riconciliato a
sé il mondo nella morte e risurrezione del suo Figlio, e ha effuso lo Spirito
santo per la remissione dei peccati...». Simile
visione di una chiesa interamente edificata dallo Spirito santo che opera nei
sacramenti, benché non sia ancora diventata familiare all'insieme dei
cristiani, esprime la visione di fede, quella determinata dalle formule del
Simbolo. |