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il PADRE NOSTRO / 3

 

VENGA IL TUO REGNO

 

Questa frase è ritenuta dagli esperti come il centro del « Padre Nostro ».

È la frase-chiave della preghiera di Cristo perché tutto il messaggio del Vangelo di Cristo è incentrato su questo tema: l'arrivo del Regno e l'urgenza di en­trare nel Regno.

È un tema continuo dei Vangeli: Matteo parla 49 vol­te del Regno; Marco ne parla 16 volte; Luca 38 volte.

I

Che cos'è il regno?

I Vangeli non ne parlano in un senso politico o ter­ritoriale. Tutti conoscono la risposta di Gesù a Pilato: « Il mio Regno non è di questo mondo » (Gv 18,36).

I Vangeli parlano di Regno di Dio nel senso spiri­tuale, Marco presenta così la prima predicazione di Gesù: « Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al Vangelo » (1,15).

Se il regno che viene esige una conversione interio­re ciò significa che le parole « Regno di Dio » sono da intendere prima di tutto come un possesso dei cuori da parte di Dio.

Da un altro testo di Luca appare che il Regno di Dio è la vittoria su Satana: «Se io scaccio i demoni con il dito di Dio, è dunque giunto a voi il Regno di Dio» (Lc 11,20).

Non esiste una definizione del Regno. Gesù ne dà piuttosto una descrizione attraverso una serie molto ricca di parabole. Eccone alcune:

n la parabola della zizzania (Mt 13,24) insinua che il Regno è la lotta per il bene sempre osteggiato dal male, ma la vittoria finale sarà di Dio;

n la parabola del granello di senape (Mt 13,31) di­rebbe che il Regno è la pianta del bene che cresce sulla terra, prima in modo insignificante poi in modo impo­nente;

n la parabola del lievito (Mt 13,33) insegna che il Regno è una forza misteriosa che pervade l'umanità e la farà fermentare per Dio;

n la parabola del tesoro nascosto e della perla pre­ziosa dice che il Regno è il valore supremo per l'uomo, davanti a cui l'uomo non può avere alternative, da­vanti a cui conviene per l'uomo giocare il tutto per tutto (Mt 13,44);

n la parabola della rete (Mt 13,47) presenta il Re­gno come una sfida di Dio sul mondo per raccogliere (per pescare) tutti gli uomini di buona volontà;

n la parabola del convito presenta il Regno come una grande festa intorno a Dio aperta a tutti, anche ai più miserabili.

 

* * *

Forse, per determinare con precisione ancora maggiore il significato di «Regno di Dio », è utile stu­diare il gioco del parallelismo contenuto nel Padre Nostro. Il parallelismo è un artifizio letterario che so­stituisce per così dire la nostra rima, tipico della poe­sia orientale.

Per gli esegeti è di grande utilità, perché molto so­vente aiuta a determinare il senso di una frase studian­do la frase parallela. Per es.: nel salmo 120 è scritto: « Il Signore è la tua difesa

tuo scudo è il Signore».

Quasi sempre il secondo brano spiega, amplifica o precisa il primo. Così a studiare con attenzione il « Pa­dre nostro » noi vediamo molto chiaro il gioco del pa­rallelismo.

 

 

 

Padre nostro

 

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1° parallelismo

che sei nei cieli (che regni nell'uni­verso infinito)

sia santificato il tuo nome (regna in  noi)

 

 

 

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2° parallelismo

venga il tuo regno

sia fatta la tua volontà

 

 

 

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3° parallelismo

dacci oggi il nostro pane quotidiano (bene materiale)

rimetti a noi i nostri debiti (bene spi­rituale)

 

 

 

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4° parallelismo

non ci indurre in tentazione

ma liberaci dal maligno

 

 

Dunque, studiando attentamente un versetto, pos­siamo avere luce sul versetto parallelo.

Allora: che significato può avere « venga il tuo re­gno »? Ha quasi sicuramente il significato di « sia fatta la tua volontà ».

Allora si capirà anche perché Gesù ha detto: « Non chi dice: Signore, Signore,.entrerà nel Regno, ma chi fa la volontà del Padre mio » (Mi 7,21).

 

* * *

Da ciò che abbiamo detto possiamo concludere che il Regno di Dio è:

una grande famiglia

raccolta intorno al Padre del cielo fatta di uomini di buona volontà salvati da Dio

votati al bene

che lottano contro il male

disposti a fare la volontà di Dio in modo perfetto come essa è compiuta in cielo.

È una lotta per il bene lenta e accanita

che durerà fino alla fine dei mondo.

È per questo che la preghiera « Venga il tuo regno » non deve mai cessare sulle labbra dell'uomo, perché l'appartenenza al Regno sarà sempre minacciata in lui

e nei fratelli fino all'inaugurazione definitiva del Re­gno eterno di Dio.

 

II

 

Perché Gesù ci invita a chiedere l'avvento del Re­gno?

Evidentemente perché vuole che lo desideriamo con tutte le forze, perché è il nostro massimo bene cer­care, desiderare di compiere con fedeltà assoluta la vo­lontà di Dio.

Venga il tuo Regno è dunque un impegno persona­le ad adempiere in modo perfetto la volontà dei Padre: « Non chi dice: Signore, Signore, entrerà nel Regno ma chi fa la volontà del Padre mio » (Mi 7,21).

Venga il tuo regno è l'accettazione personale a en­trare nella gioia dell'amicizia di Dio. Infatti Gesù pre­senta il Regno anche come una festa, un banchetto fe­stoso intorno a Dio, ma ammonisce di osservare le se­vere leggi di ospitalità (l'abito da festa, cf Mi 22;11; Lc 14,16).

Venga il tuo regno è convertirsi, cioè « cambiare mentalità » (metànoia): « Convertitevi, il Regno di Dio è vicino » (Mc 1,15).

Venga il tuo regno è ricordare a noi e a Dio che nella giornata ci attende una lotta dura per eseguire fedelmente la volontà del Padre. È necessario destare la nostra buona volontà.

« Cercate prima il Regno di Dio e la sua giustizia » (Mt 6,33), segno che la volontà può tradirci, possiamo essere spinti ad anteporre al Regno altri valori.

« Se il tuo occhio ti scandalizza... cavalo, è meglio per te entrare nel Regno senza occhio... » (Mt 5,29), segno che la lotta per il bene è insidiata da mille viltà.

« Il Regno dei cieli soffre violenza e i violenti se ne impadroniscono » (Mt 11,12), segno che la debolezza umana è grande e l'insidia al tradimento attende tutti.

Venga il tuo Regno è accettare il proclama delle beatitudini, è confidare prima di tutto in Dio più che nelle nostre forze. Infatti il proclama delle beatitudini continua così: « Beati i poveri in spirito perché di essi è il Regno dei cieli » (Mt 5,3).

È povero chi è spoglio di se stesso, chi conta sulla forza di Dio.

Venga il tuo Regno è accettare i nostri limiti, è di­ventare come bambini, semplici, schietti, fiduciosi; è scegliere sempre in tutto la verità. « Se non vi converti­rete e non diventerete come i bambini non entrerete nel Regno dei cieli » (Mt 18,3).

Venga il tuo Regno significa accettare la lotta, le incomprensioni per la causa del bene, e anche la perse­cuzione. « Beati i perseguitati per causa della giustizia, perché di essi è il Regno dei cieli » (Mi 5,10).

Venga il tuo Regno è decidere di lasciare il mondo delle belle parole ed entrare con decisione nel mondo dei fatti.

Se ci sono troppe foglie sono pochi i frutti; se nel

campo c'e troppa erba sarà poco il grano; se nella vita ci sono troppe parole saranno pochi i fatti.

« Non chi dice: Signore, Signore, entrerà nel Re­gno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio » (Mt 7,21).

Venga il tuo Regno significa scegliere coraggiosa­mente la via della carità e del perdono. Gesù sa che in fondo ai nostri problemi di carità c'è quasi sempre la questione di una « resa dei conti » e allora dice: « Il Re­gno dei cieli è simile a un re che volle fare i conti con i suoi servi... » (Mt 18,23).

Dio perdona, e l'uomo, a cui Egli ha tanto perdo­nato, sovente non perdona.

Venga il tuo Regno è scegliere il distacco dai como­dismi e dalla vita borghese: « È più facile che un cam­mello passi per la cruna di un ago che un ricco entri nel Regno dei cieli» (Mt 19,24).

Venga il tuo Regno è la rottura completa col male. Il Regno è infatti la vittoria di Cristo su Satana: « Se io scaccio i demoni per virtù dello Spirito di Dio, è certo giunto tra voi il Regno di Dio » (Mt 12,28).

Non è possibile un compromesso tra Cristo e il male. Cristo ci attende ad una scelta. « Chi non è con me è contro di me, chi non raccoglie con me disperde » (Mt 12,30).

 

 

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