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il PADRE NOSTRO / 6 |
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RIMETTI
A NOI I NOSTRI DEBITI COME NOI LI RIMETTIAMO AI NOSTRI DEBITORI Forse
è opportuno a questo punto dare un'occhiata d'insieme al percorso che abbiamo
fatto sin qui. I concetti del « Padre nostro » sono anche inquadrati in un
bel disegno architettonico che dobbiamo cogliere, perché ha la sua
importanza. Eccolo:
dopo l'invocazione « Padre nostro » ci presentiamo a Dio con tre impegni: 1.
l'impegno di testimonianza: « Sia santificato il tuo nome »; 2.
l'impegno di fedeltà: « Venga il tuo Regno »; 3.
l'impegno di amore: « Sia fatta la tua volontà ». E
tre richieste: 1.
il sostegno di Dio: « Dacci oggi il nostro pane »; 2.
il perdono dei peccati: « Rimetti a noi i nostri debiti »; 3.
la salvezza dal male: « Non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male
». Prima,
per così dire, l'uomo è invitato a dare, poi a chiedere; prima l'uomo si
impegna ad essere come Dio lo vuole, poi chiede quel che occorre per le sue
necessità materiali e spirituali. I Iniziamo
dall'esegesi del testo « Rimetti a noi i nostri debiti », di Matteo. Luca
scrive: « Perdonaci i no stri peccati »: così spiega che i debiti verso Dio
sono i nostri peccati. E'
interessante la precisazione. Anzi, Luca usa un termine greco equivalente a «
sbaglio », un termine che i tiratori d'arco usavano quando non colpivano il
bersaglio; il termine equivalente cioè a « colpo fallito ». Curioso! L'uomo
fa un imbroglio? Il cristiano dice: fa un peccato; il non cristiano pensa: è
un buon colpo! Ma Dio gli risponde: « No! è un colpo fallito! ». La parola «
debito » va approfondita. Se
il peccato è un debito contratto con Dio ciò significa che la nostra vita
appartiene a Dio. Le nostre azioni gli appartengono. Non possiamo ritenerci i
padroni in esclusiva delle nostre azioni. Siamo creati per lui. Dobbiamo
vivere per lui, agire per lui. Ogni peccato è un tradire Dio, è un
defraudare Dio, è rubargli qualcosa. E'
bella questa presentazione del peccato! Di
debiti con Dio ne abbiamo tanti! Origene ha il coraggio di scrivere: « Nessun
uomo vivente passa un'ora del giorno o della notte senza contrarre un debito
». Probabilmente
allude ai debiti di riconoscenza verso Dio, ma sono certo dei debiti veri i
nostri peccati perché sono ingratitudine vera verso il suo amore! Questa
ingratitudine ci avvolge dalla testa ai piedi, ci accompagna come l'ombra. E
i debiti verso Dio sono « insolubili », sembra insegnare Gesù nella parabola
del servo spietato (Mt 18). Il debitore doveva al re 10.000 talenti, cioè 55
milioni di lire oro. Una cifra impossibile! Le cinque province della
Palestina pagavano di tassa ai Romani 800 talenti in tutto! La
frase « come noi perdoniamo ai nostri debitori » ha questa variante in Luca:
« come, oppure perché anche noi abbiamo perdonato ». Questa
variante compare nei migliori codici greci, e pare fedele. Ha prevalso però
la frase di Matteo. Il significato, grosso modo, è identico. Matteo lega la
domanda di perdono a un impegno formale di perdono, Luca rafforza la domanda
di perdono con il fatto già avvenuto, di un perdono già concesso. L'idea di
Cristo però è chiarissima, ed Egli la espresse tante volte, a cominciare
dalla frase di Mt 7,2: « Con la misura con la quale misurate sarete misurati
», e quella di Mc 11,25: « Quando vi mettete a pregare, se avete qualcosa
contro qualcuno perdonate, perché anche il Padre vostro che è nei cieli
perdoni a voi i vostri peccati ». San
Gregorio Nisseno commenta così la frase del «Padre nostro »: « Dio ha bisogno
che la tua condotta gli dia buon esempio; noi invitiamo Dio a imitarci. Vedi,
Signore, sebbene io sia un povero mendicante e tu il grande Re
dell'Universo, io però ho avuto misericordia, imita il tuo povero servo nella
misericordia! ». II Dio
ci perdona! Se
Gesù ce lo fa chiedere è una realtà possibile. Nessun dono è grande come
questo! Il peso del peccato è grande sull'uomo. Il bisogno della pace è
reale, profondo. Quando c'è la pace siamo profondamente felici, anche se
avessimo tante croci. Quando
posso dire: Sono in pace con Dio! Dio è contento di me!, sono veramente
felice; i pesi che devo portare che cosa contano se ho in cuore questa felicità? È
proprio vero che Dio perdona i peccati? Qualunque peccato? Come si fa a
farsi perdonare da Dio con sicurezza assoluta i propri peccati? Ecco le
domande che ci poniamo. Sì,
Dio ci perdona i peccati, qualunque peccato, anche gravissimo, a patto però
che il cuore sia staccato dal male, che nell'uomo ci sia schiettezza e
verità, che in lui ci sia buona volontà. Nel « Padre nostro » Gesù aggiunge:
che sia anche buono verso gli altri. Tutto questo insieme di condizioni i
teologi hanno chiamato «pentimento». Se
l'uomo ha il pentimento, Dio lo perdona, Dio lo perdona subito, Dio lo
perdona totalmente. Gesù ha precisato che c'è un solo peccato che non può
essere perdonato da Dio e l'ha chiamato « il peccato contro lo Spirito Santo
». Ha detto: «Vi dico: qualunque peccato e bestemmia sarà perdonata agli
uomini, ma la bestemmia contro lo Spirito Santo non sarà perdonata » (Mt
12,31). Che
peccato è? Probabilmente è l'accettazione a occhi aperti della menzogna, in
sostanza è capire il male e volerlo fare, è la mancanza di pentimento. Senza
pentimento Dio non può perdonare. Dio
ci perdona. Gesù l'ha fatto tante volte nella vita e l'ha insegnato con
assoluta chiarezza. Dio ci perdona quando siamo pentiti! Al
paralitico dice: «Figliolo, ti sono rimessi i tuoi peccati » (Mc 2,5). Il
malato chiedeva la guarigione. Lui gli dà la guarigione del corpo e quella
dell'anima. Perché l'ha fatto? Ha visto una fede grande in quel poveretto.
Si era fatto calare con le corde davanti a lui. E una fede grande che cos'è
se non una volontà grande? All'adultera
dice: « Non ti condanno! Va', d'ora in avanti non peccare più » (Gv 8,11). Questa
pagina, che ad un certo momento della storia della Chiesa fu fatta sparire
dal Vangelo perché sembrava troppo indulgente verso il peccato, è stata mal
compresa. Cristo è più che esplicito contro il peccato, non indulge affatto:
« Va', d'ora in avanti non peccare più! ». A
Zaccheo affarista, imbroglione, Cristo perdona; infatti si congeda da lui
proclamando: « La salvezza è entrata in questa casa!» (Le 19,9). Ma
che cosa ha determinato il perdono di Gesù? Il pentimento! Zaccheo lo esprime
così: « Ecco, Signore, io do la metà dei miei beni ai poveri, e se ho frodato
qualcuno restituisco quattro volte tanto » (Le 19,8). Alla
peccatrice, in casa di Simone, Gesù dice: « Ti sono perdonati i tuoi peccati,
la tua fede ti ha salvata, va' in pace! » (Le 7,48). Ma
perché Cristo le ha perdonato con tanta prontezza e radicalità? Lo spiega
lui stesso a Simone che ne è scandalizzato: « Le sono perdonati i suoi molti
peccati perché ha molto amato » (Le 7,47). Il
pentimento è buona volontà, è amore, è fede. Se c'è questo, c'è il perdono
sicuro di Cristo. Al
buon ladrone in croce che grida a Cristo: «Gesù, ricordati di me quando
entrerai nel tuo Regno! », Gesù risponde con prontezza: « In verità ti dico:
oggi sarai con me in paradiso » (Le 23,42). Perché
l'ha perdonato? Ha visto la schiettezza in quel poveretto: « Noi riceviamo il
giusto per le nostre azioni » (Le 23,41). La
schiettezza e la fede, ecco il pentimento di questo peccatore. Riconoscere
il peccato! Prima tappa del pentimento! Poi
Gesù l'ha dichiarato solennemente: il perdono dei peccati è certo. Ecco una
dichiarazione ben forte: «
Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; non sono venuto a
chiamare i giusti, ma i peccatori» (Mt 9,13). «
Ci sarà più gioia in cielo per un peccatore convertito che per novantanove
giusti che non hanno bisogno di conversione » (Le 15,7). Dio
si rallegrerà della pecorella ritrovata « più che per le novantanove che non
si erano smarrite. Perché il Padre vostro non vuole che si perda neanche uno
di questi piccoli » (Mt 18,16). Se
c'è il pentimento c'è l'immediato perdono, questo si coglie da tutto il
Vangelo. Ma
Cristo ha voluto fare ancora di più, per dare al peccatore pentito una
sicurezza assoluta. Ha conferito alla Chiesa il potere di perdonare i
peccati: « Ricevete lo Spirito Santo! A chi rimetterete i peccati saranno rimessi,
e a chi non li rimetterete resteranno non rimessi! » (Gv 20,22). E
nacque nella Chiesa il sacramento del perdono, il sacramento della
riconciliazione, il sacramento della pace e della gioia! È
una tenerezza di Cristo risorto verso l'uomo, il primo dono di Cristo risorto
per far risorgere l'uomo da ogni tristezza. L'uomo
è sicuro del perdono di Dio, e il perdono di Dio è legato al suo pentimento.
Ma come fa l'uomo a essere sicuro fino in fondo del suo pentimento? Proprio
per questo motivo Gesù ha stabilito che ci fosse un giudice umano, la Chiesa,
per dare sicurezza e pace! È
nato così il Sacramento della Riconciliazione, per garantire la pace al cuore
dell'uomo attraverso la conferma della Chiesa. Sovente
si sente dire: ma perché il perdono di Dio deve passare attraverso il perdono
di un prete? $
semplice! Ogni peccato dell'uomo è un debito con Dio, ma è anche un debito
coi fratelli. Chi pecca colpisce i fratelli. Non si pecca da soli. Anche un
peccato occulto colpisce i fratelli perché aumenta l'egoismo sull'uomo, e
questo egoismo presto o tardi raggiungerà i fratelli. Gandhi
l'aveva compreso! Egli si vietava anche un pensiero peccaminoso perché aveva
intuito che un suo pensiero sensuale faceva danno alla sua sposa, ai suoi
figli e ai suoi discepoli. Ogni
peccato è un'ingiustizia contro i fratelli. E
allora Cristo ha deciso: vuoi il perdono di Dio? Prima chiedi perdono ai
fratelli. Inginocchiati davanti a un povero uomo che ti rappresenti tutti i
fratelli: è il prete. Quando lui, cioè i fratelli, ti hanno perdonato, anche
Dio ti perdonerà. La
gioia del perdono di Dio è grande. III Ma
anche noi dobbiamo perdonare! Gesù
lo comanda con grande chiarezza. E l'ha fatto ripetutamente, con insistenza. n Perdona, come noi perdoniamo. Se
l'avessimo fatto noi il « Padre Nostro », probabilmente avremmo detto così: «
Padre, perdona i nostri peccati, anche se noi non riusciamo sempre a
perdonare agli altri ». Gesù non è affatto di questo parere. È perentorio: bisogna
perdonare! Costi quello che costi! n Gesù spiega che Dio rimprovererà così il
peccatore: « Non dovevi forse anche tu aver pietà del tuo compagno come io
ho avuto pietà di te?». E
lo punirà severamente: «Così anche il Padre celeste farà a ciascuno di voi,
se non perdonerete di cuore al vostro fratello» (Mt 18,33). n Un giorno Pietro crede di fare il
grandioso, perché superando l'usanza ebraica di perdonare fino a tre volte,
si dice pronto a perdonare fino a « sette volte ». Gesù gli risponde: « Non
ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette» (Mt 19,21). n Gesù ha detto: « Col giudizio con cui
giudicate sarete giudicati e con la misura con cui misurate sarete misurati »
(Mt 7,2). n Gesù ha insegnato: « Quando vi mettete a
pregare, se avete qualcosa contro qualcuno perdonate, perché anche il Padre
vostro che è nei cieli perdoni a voi i vostri peccati » (Mc 11,25). La
scrittrice americana Catherin Marshall dice che, colpita da questa frase di
Gesù, prima della preghiera si ritira da parte con una matita e un notes e
stende l'elenco delle persone a cui deve perdonare. n Gesù è stato chiarissimo. Dopo la
trascrizione del « Padre nostro » Matteo aggiunge: « Se voi infatti
perdonerete agli uomini le loro colpe, il Padre vostro celeste perdonerà
anche a voi; ma se voi non perdonerete agli uomini, neppure il Padre vostro
perdonerà le vostre colpe» (Mt 6,14). n Gesù ha anzi minacciato di non accettare
la nostra preghiera se prima non ci esaminiamo sulla nostra carità: « Se
presenti la tua offerta all'altare e li ti ricordi che tuo fratello ha
qualcosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all'altare e va' prima a
riconciliarti con il tuo fratello e poi torna ad offrire il tuo dono » (Mt
5,23). Dunque
bisogna perdonare generosamente. Cristo non ci dà pace. Come
fare quando il perdono è tanto difficile? Quando chi ci ha offesi ha torto
marcio? Quando il risentimento ci toglie la pace e ci perseguita come un veleno? Ecco
qualche consiglio: 1. Ogni volta che il
pensiero ritorna sul torto subìto, invochiamo col cuore le benedizioni di Dio
su chi ci ha offeso. È una preghiera risanatrice che dà pace. È il perdono
di Dio che scende sul fratello e su di noi! 2. Proibiamoci severamente
di nominare la persona che ci ha offesi. La tattica della bocca chiusa è importante!
Se tutti sparlano di quella persona, voi, che avreste tanto da dire, tacete
con generosità. È un'altra forma di perdono importantissima, preziosissima,
che vi purifica e vi rende il cuore grande e generoso. |