Parrocchia di S.
Ambrogio in Mignanego (GE) |
Introduzione
alla Liturgia / 9 |
Il Battesimo : prospettiva
pastorale |
Una nuova sensibilità
teologico-pastorale ha permesso recentemente di recuperare e mettere nella
giusta evidenza le strutture fondamentali che il rito battesimale aveva
acquisito, consolidato - ma talora parzialmente anche perduto o deformato -
nel passato. DUPLICE ITINERARIO BATTESIMALE Il risultato più evidente
della riforma promossa dal concilio Vaticano II (cf. SC 64 ss.) è la
redazione di due riti fondamentali: a - il battesimo degli Adulti
(Ordo Initiationis Christianae Adultorum) che, nonostante la prassi del
pedobattesimo di fatto ancora prevalente nei paesi tradizionalmente
cattolici, è il modello-tipo normale del battesimo. b - il battesimo dei bambini
(Ordo baptismi parvulorum): esso per la prima volta nella storia riceve una
sua specifica configurazione rituale. Unica rimane sempre la realtà
misterica della purificazione di tutti i peccati e della rinascita a nuova
creatura. Le tre realtà basiliari dell'economia sacramentale - l'azione di
Dio e dell'uomo nella chiesa - hanno nel nuovo rituale un'espressione
elastica per adattarsi meglio alle varie situazioni. Prima di accennare ai fatti
rilevanti dei nuovi rituali e ad alcune problematiche, è tuttavia necessario
evidenziare il quadro generale che costituisce l'orizzonte esistenziale in
cui si realizza il sacramento: la dimensione ecclesiale. LA CHIESA LOCALE: LUOGO DEL BATTESIMO Si deve ricordare prima di
tutto quanto si afferma nella introduzione generale ai nuovi rituali
battesimali: « Il popolo di Dio, cioè la chiesa, che trasmette e alimenta la
fede ricevuta dagli apostoli, considera suo compito fondamentale la
preparazione al battesimo e la formazione cristiana dei suoi membri. Mediante il ministero della
chiesa gli adulti sono chiamati dallo Spirito Santo al Vangelo e i bambini
sono battezzati ed educati nella fede della chiesa stessa. E' quindi molto importante
che, già nella preparazione al battesimo, i catechisti e altri laici
collaborino con i sacerdoti e i diaconi. Ed è bene che nella
celebrazione del battesimo il popolo di Dio, rappresentato non solo dai
genitori, padrini e congiunti, ma possibilmente da amici, conoscenti, vicini
di casa e membri della comunità locale, prenda parte attiva al rito: in tal
modo si manifesta visibilmente la fede e la gioia con la quale tutti
accolgono i neobattezzati nella chiesa » (Ordo baptismi parvulorum, praen.
gen. 7). La chiesa locale ha quindi una
funzione di prim'ordine, soprattutto nella iniziazione cristiana degli
adulti. Il tempo della evangelizzazione e del catecumenato sono momenti
particolari in cui ogni comunità ha la possibilità e il dovere di verificare
la sua coscienza apostolica concretizzando gesti missionari di
evangelizzazione e di vita cristiana esemplare (cf. Ordo Initiationis
Christianae Adultorum, 41, 1). Segue necessariamente da tutto
ciò il dovere di compiere il massimo sforzo per sensibilizzare i fedeli e
renderli consapevoli delle loro responsabilità sociali nel fatto di esistere
come comunità battesimale. La chiesa domestica trova pure
essa una delle sue eminenti espressioni di fede nel presentare un piccolo
alla chiesa per il battesimo. Qui si è ritrovato nei genitori i principali
responsabili del battesimo dei bambini, genitori il cui ufficio ha « la preminenza
rispetto a quello dei padrini » (Ordo baptismi parvulorum, 5). C'è da chiedersi però se tutto
il discorso sulle comunità non sia ancora utopistico, disancorato dalla
realtà. Forse alcune volte sarebbe più opportuno difendere l'intimità del
neofita e la serietà dell'evento sacramentale celebrando l'iniziazione
nell'ambito relativamente ristretto delle persone che di fatto hanno già
costruito una comunione di vita cristiana (catechisti, parenti del
neofita...). Non sarebbe da escludersi l'intervento di un vescovo
(ausiliare), intervento che comunque dovrebbe essere più frequente di quanto
si faccia solitamente, anche per evidenziare un aspetto ecclesiologico di
grande importanza. Nell'attuale momento storico
in cui il battesimo comincia a non essere più una cosa « ovvia », un rito che
si compie perché si è fatto sempre così, la comunità cristiana con i suoi
pastori ha il dovere di sottolineare con la propria vita la portata
ecclesiale e sociale del battesimo e della fede ad esso congiunta. Come non
si può rimanere indifferenti davanti a Cristo e alla sua proposta di
liberazione. Il battesimo comporta impegni
tali che non permettono di ridurre l'evento sacramentale a una festa
familiare di carattere secolare e privato. Il battesimo è un sacramento
della chiesa per la vita del popolo di Dio: come punto di partenza e di
arrivo esso deve avere una inequivocabile apertura ecclesiale. Anche come
punto di partenza, perché il battesimo non è all'inizio di una vita di fede,
bensì costituisce la ratifica bilaterale (chiesaneofita) e definitiva del
dono di Dio che è appunto la fede (fatto, questo, messo in evidenza
dall'itinerario battesimale degli adulti). Se manca questa verità
ecclesiale di fondo, vissuta e dalle comunità e dai neofiti, si corre il rischio
grave di falsare il sacramento, di apporre delle semplici etichette a realtà
inconsistenti. È per altro vero che il
battesimo, pur senza essere il punto di partenza della vita cristiana, è il
primo sacramento dell'iniziazione. Non si può quindi pretendere che i momenti
con esso direttamente legati (dalla preparazione al catecumenato fino alle
varie commemorazioni liturgiche solitamente trascurate) esauriscano gli
impegni e le possibilità del cristianesimo. Anche a questo proposito in campo
pastorale bisogna essere discreti nelle esigenze, perché nel battesimo c'è sì
la realtà cristiana, ma questa non può trovare ancora la sua massima
espansione. È bene ribadire che tale
azione pastorale deve muoversi su un duplice binario: essa investe certamente
i futuri cristiani, ma non può disinteressarsi di coloro che sono già
battezzati. Anche questi ultimi devono aprirsi alla grazia e porsi il
problema della salvezza e della vita spirituale degli uomini, per il bene
profondo dei fratelli più che per un « istinto di sopravvivenza » di
strutture ecclesiali. È la vita dei cristiani che
deve gridare in modo provocatorio il messaggio di liberazione globale
dell'uomo realizzato in Cristo Signore e dallo Spirito in ogni battezzato. L'INIZIAZIONE CRISTIANA DEGLI ADULTI Il nuovo rito del battesimo
degli adulti si articola in quattro momenti fondamentali. a - L'evangelizzazione e il
precatecumenato Costituisce normalmente il
primo contatto diretto con Cristo Signore e la Buona Novella: la Parola di
Dio che con l'azione dello Spirito suscita la fede e spinge alla conversione. Durante questa
evangelizzazione il non credente matura nella fede fino a raggiungere la
volontà ferma e vera di seguire Cristo e di chiedere il battesimo (Ordo
Initiationis Christianae Adultorum, 10). È il momento della scelta di Cristo,
della Trinità, della chiesa. È quindi l'ora della conversione che non
consiste necessariamente nel cambiare la vita, quanto piuttosto nel viverla
sotto una luce diversa, trovandovi un senso profondamente nuovo determinato
dall'evento trinitario. b - Il catecumenato L'ingresso nel catecumenato
avviene con un rito apposito: la notifica del nome e la richiesta da parte
del candidato, la signatio della fronte ed eventualmente anche dei sensi, una
celebrazione della Parola, le intercessioni, la preghiera sui catecumeni e il
congedo. Il periodo del catecumenato si
articola in vari incontri caratterizzati da istruzioni, celebrazioni della
Parola, esorcismi (minori), benedizioni. c - Il tempo della
purificazione e della illuminazione All'inizio della Quaresima,
che segna il tempo della preparazione prossima per l'iniziazione
sacramentale, si celebra l'elezione ossia l'iscrizione del nome. Con questo
la chiesa, dopo aver sentito il parere dei padrini e dei catechisti, e mentre
i catecumeni (chiamati poi « eletti ») confermano il loro proposito, emette
il proprio giudizio sullo stato della loro preparazione e stabilisce se
possono accedere ai sacramenti pasquali (Ibidem, 133). In questo tempo hanno
particolare risalto alcuni incontri che ripresentano gli antichi scrutini
attraverso esorcismi e catechesi appropriate - si noti l'importanza dei
vangeli tradizionali assegnati alle domeniche degli scrutini! - questi
momenti devono segnare un « progresso nel senso del peccato e nel desiderio
della salvezza » (Ibidem, 157). Se non sono state fatte prima
durante il catecumenato, in queste settimane avvengono pure le consegne del
Simbolo e dell'Orazione domenicale, dei documenti, cioè, « che fin
dai primordi sono ritenuti il compendio della fede e della preghiera » della
chiesa (Ibidem, 181). Secondo l'opportunità, al
Sabato santo si possono preparare in modo immediato gli « eletti »
utilizzando tutti o in parte i seguenti riti: la proclamazione del Simbolo,
il rito dell'« effeta », la scelta del nome cristiano e l'unzione con l'Olio
dei catecumeni (Ibidem, 193). d - La celebrazione dei
sacramenti dell'iniziazione Di regola essa è prevista
durante la Veglia pasquale, dopo la benedizione dell'acqua (ma si veda
l'osservazione fatta in precedenza). Il rito contempla la rinuncia a Satana,
l'eventuale unzione con l'Olio dei catecumeni, la professione di fede e il
battesimo per immersione o per infusione. Sono previsti pure riti di
carattere esplicativo quali: l'unzione con il crisma (che si omette quando i
neofiti ricevono subito dopo la confermazione), la vestizione con l'abito
bianco e la consegna del cero acceso. Normalmente al battesimo segue
la confermazione e l'iniziazione cristiana si conclude con l'inserzione piena
del neofita nella celebrazione del sacrificio eucaristico, « culmine e centro
di tutta la vita cristiana » (Ibidem, 234). Segue un tempo di particolare
attenzione vicendevole tra la comunità e i neofiti: è il periodo della
mistagogia che nel tempo pasquale deve facilitare un'inserzione totale e
gioiosa dei neofiti nella comunità dei fedeli.. IL BATTESIMO DEI BAMBINI Il rituale del battesimo dei
bambini si presenta con una linea sobria: si sono eliminati tra l'altro vari
elementi anacronistici o comunque fuori posto quali diversi esorcismi e le
imposizioni delle mani con preghiera, la benedizione del sale e i riti
seguenti. Ciò ha contribuito a evidenziare i tre momenti principali della
celebrazione: l'ascolto della Parola di Dio, la benedizione dell'acqua e
l'amministrazione del sacramento. Le varie fasi del rito sono
ulteriormente sottolineate dalla varietà dei luoghi dove dovrebbero
svolgersi: l'atrio o l'ingresso della chiesa (accoglienza e presentazione del
bambino), un luogo raccolto della chiesa (ascolto della Parola), il
battistero o il fonte battesimale (benedizione dell'acqua e battesimo),
l'altare (conclusione della celebrazione). Di fronte al nuovo rito si
possono fare rilievi di varia natura. Prima di tutto non si può non vedere
l'esistenza stessa del pedobattesimo, ribadita di fatto nonostante le tante
voci contrarie. I Praenotanda al riguardo riaffermano la volontà della chiesa
di battezzare i bambini, sapendo certo che « per attuare pienamente la realtà
del sacramento, è necessario che i bambini siano in seguito educati nella
fede in cui sono stati battezzati » (Ordo baptismi parvulorum, 3). La chiesa propugna una visione
di fede che giustifica ampiamente la decisione di mantenere questa forma di
battesimo. I bambini che « non sono in grado di avere né di professare
personalmente la fede... vengono battezzati nella fede della chiesa,
professata dai genitori, dai padrini e dagli altri presenti al rito: questi
rappresentano sia la chiesa locale sia la società universale dei santi e dei
fedeli, la chiesa madre, che tutta intera genera tutti e ciascuno » (Ordo
baptismi parvulorum, 1. 2). In altri termini si può
affermare che la risposta del bambino alla chiamata di Dio nella chiesa è
proporzionata al suo stato di « in-fante »: agisce attraverso i genitori o i
tutori ed è sorretto dalla comunità in cui è chiamato a vivere la sua vocazione
cristiana. D'altra parte, come il
battesimo degli adulti sottolinea il fatto che il sacramento si inserisce in
un itinerario di fede già iniziato precedentemente, il pedobattesimo mette in
risalto l'assoluta gratuità della grazia sacramentale e della fede stessa,
gratuità che trascende ogni calcolo umano e visione razionalistica. PROBLEMI PASTORALI CIRCA L'INIZIAZIONE CRISTIANA DEI BAMBINI Con queste asserzioni non si
possono annullare tuttavia le molte difficoltà che caratterizzano l'attuale
fase pastorale. Si si può chiedere, infatti, in che modo la chiesa,
battezzando gli infanti, risponda alle esigenze reali dei genitori e non a
postulati di una teologia estranea alla vita quotidiana vissuta in molti
ambienti religiosamente sottosviluppati. Nasce qui o si acuisce il
problema della catechesi dei genitori e delle comunità, perché sentano
veramente in sé una coscienza ecclesiale e possano vivere il battesimo dei
piccoli in modo responsabile, garantendo come minimo la crescita libera nella
fede. Per ovviare a diverse
difficoltà pratiche, ma anche per esplicite scelte teologiche - queste sono
evidenti in campo riformato -, sono state proposte modalità di affrontare il
battesimo dei bambini in modo diverso dalla prassi tradizionale. (In Italia
tuttavia la Conferenza Episcopale ha assunto il rito tipico pensando di non
dovervi apportare nessuna modifica o adattamento particolare). Rilevato che la sua urgenza
non è più così assillante come in passato, sono state offerte agli operatori
pastorali varie soluzioni che, diffuse soprattutto nei paesi francofoni,
mutano profondamente la prassi del pedobattesimo e sono un riflesso o la
condizione per modificare anche la visione teologica relativa a questo
sacramento e ad altri problemi soteriologici (ad esempio, la questione del
Limbo). In campo riformato è viva la
proposta di sostituire semplicemente il pedobattesimo, da alcuni non
riconosciuto come sacramento, con un rito di iniziazione: la « presentazione
» (Darbringung, Segen) in cui una particolare benedizione introduce l'infante
nell'ambito della signoria di Cristo e del popolo di Dio. Due sono le preoccupazioni di
fondo che stanno alla base dei nuovi orientamenti in campo cattolico: a) dare
tempo ai genitori di responsabilizzarsi all'evento sacramentale e alle sue
conseguenze, b) permettere ai bambini di raggiungere un'età in cui possano
fare una cosciente scelta personale. Tenendo presente che i
Praenotanda contemplano un « tempo indispensabile per preparare i genitori e
disporre la celebrazione in modo che appaia chiaramente il significato e la
natura del rito » (Ordo baptismi parvulorum, 8), in varie regioni si
differisce il pedobattesimo oltre le due settimane previste normalmente e si
procrastina il sacramento anche per anni. Affinché l'infante non sia escluso
in modo assoluto dalla chiesa, si è quindi proposto di istituire un rito di
iscrizione in vista del battesimo. È stato però anche suggerito
di differire il battesimo all'età della ragione e di una possibile scelta
libera e cosciente: una proposta, questa, che abolirebbe concretamente la
prassi di sempre nella chiesa e comporterebbe altresì vaste ripercussioni
teologiche. In questo ordine di idee si
inserisce la voce di alcuni pastori (Lapointe, Bonnard) che, pur rimandando
il battesimo all'età della ragione, impegnerebbero il bambino e la famiglia
non tanto con un'iscrizione, quanto piuttosto con un catecumenato che in
qualche modo introdurrebbe già l'infante nella sfera sacramentale. Tra le proposte recenti merita
attenzione, se non altro per le discussioni suscitate, il progetto del
gesuita J. Moingt. Esso prevede un'articolazione particolare di tutta
l'iniziazione cristiana: iscrizione per il battesimo nei primi mesi di vita,
battesimo tra i 6 e i 12 anni (è il momento in cui ci si appropria del
linguaggio della fede), eucaristia tra i 10 e i 14 anni (periodo della
socializzazione ecclesiale), penitenza all'età dell'adolescenza
caratterizzata da crisi e lotte spirituali, confermazione all'inizio dell'età
adulta, quando si è raggiunta la piena libertà che permette impegni
definitivi. La verità dei discorsi e delle
proposte pastorali fanno vedere la complessità della situazione che non si
può minimizzare per il fatto che i problemi non sono - ancora - dappertutto
urgenti. Ogni chiesa locale e nazionale troverà tuttavia il suo cammino di
iniziazione cristiana nella misura in cui, fedele alla tradizione, saprà
farla rivivere in espressioni adeguate al tempo presente. [tratto da: LA LITURGIA - M. Magrassi - 1979 Marietti Editori] |