Parrocchia di S. Ambrogio

in Mignanego (GE)

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La preghiera dei SALMI

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miniatura di Juan de Sevilla - sec. XV°

 

 

Introduzione

 

I Salmi sono sorti durante lunghi secoli di storia, dal 1000 avanti Cristo si­no al 300 a. C. Sono in tutto 150 e solo alcuni sono stati composti da Davide. Una volta tutti gli erano attribuiti, come la Legge era attribuita a Mosè. Per la preghiera ufficiale si faceva ricorso a Davide: cioè se un salmo portava il suo nome entrava a far parte della liturgia al tempio.

Teniamo sempre presente che i Salmi sono poemi, vere e proprie poesie e, co­me tutte le poesie, hanno una intensità molto varia. Non tutti i salmi sono su­blimi e superlativi, tuttavia nel loro complesso esprimono la fede di tutto un popolo, la sua concezione di Dio e dell'uomo. La poesia rivela sempre un fondo dell'esperienza umana e dell'animo umano, anzi certe situazioni e certi avve­nimenti della vita possono essere comunicati solo con la poesia. Proprio per questo sorge però una difficoltà.

Nel pregare con i Salmi, per tutti noi c'è la difficoltà del linguaggio. Non sempre riusciamo a capire tutte le parole di insulto, di odio, di vendetta, di vio­lenza che vi sono espresse. C'è poi tutto un mondo di immagini, legate alla mentalità di quel tempo che a noi spesso sembrano strane o incomprensibili. Se frequentiamo i Salmi ogni giorno, basterà la lettura appropriata di qualche libro e questa difficoltà sarà superata. Ciò che invece non possiamo perdere è il valore poetico dei Salmi. Perché questo? Per gli Ebrei Dio era una realtà "naturale". Lo vedevano ovunque, in ogni situazione della vita e in ogni evento della storia. Per loro, un uomo senza preghiera, non è veramente uomo.

Ecco perché, malgrado le, imperfezioni, c'è nei Salmi "il movimento della preghiera". Ed è per questo che anche per noi essi possono rappresentare una forma di preghiera, un modo per comunicare con Dio.

I salmi sono sorti per la liturgia popolare, erano delle vere e proprie raccolte di canti popolari, usati per le celebrazioni al tempio. Come oggi abbiamo t 'canti per la Messa, per la processione, per l'adorazione, tosi allora: cioè gli autori dei Salmi avevano una intenzione (che oggi chiamiamo genere letterario). Ecco perché abbiamo dei Salmi che rappresentano una lode, altri un ringraziamen­to, una lamentazione, una supplica...

Anche se ognuno di noi lo farà a modo suo, è importante che impariamo a cogliere queste varie intenzioni: ci sarà di aiuto nella preghiera.

 

Uno scrittore ebreo contemporaneo così si esprime parlando dei Salmi: "Noi nasciamo con questo libro nelle viscere. Un piccolo libro: 150 poemi, 150 itinerari tra la morte e la vita; 150 specchi delle nostre rivolte e delle nostre fedeltà, delle nostre agonie e resurrezioni. Più che un libro, é un essere vivente che parla, che vi parla, che soffre, che geme e che muore, che risuscita e canta al limitare dell'eternità, e vi trascina, voi e i secoli dei secoli dal principio alla fi­ne" (A..Chouraqui).

Abbiamo motivi per sperare che il libro dei Salmi diventi nostro:

I Salmi sono stati prima cantati, recitati e poi scritti. Un intero popolo sta davanti al suo Dio con la sua esperienza di vita prima di tutto; e tutto ciò che questo popolo ha dentro, diventa preghiera. Poco a poco sentiremo di poter partecipare alla sincerità di questo popolo che prega e vi ritroveremo la nostra stessa esperienza interiore.

I Salmi sono un aiuto per imparare a pregare. A volte preghiamo solo con la testa, a volte non crediamo che la vita quotidiana sia la materia prima della preghiera e così spesso la vita prosegue per suo conto e Dio é al di fuori. Dovre­mo essere sempre vigilanti per ritrovare l'unità, ma con lo spirito dei poveri e dei semplici. I Salmi sono preghiere molto imperfette, ma proprio per questo ci testimoniano che Dio accetta la nostra preghiera così come siamo capaci di esprimerla.

 

Forse in molti di noi è sorta spontanea una domanda: come hanno potuto i salmi "resistere al tempo"? E perché la Chiesa li ha assunti come sua pre­ghiera? Sappiamo che il Cristo ha pregato con i Salmi e questo ha un significato importante. Israele aveva manifestato nei salmi tutta la vita dell'uomo e le attese della storia. Questa manifestazione Cristo l'ha fatta propria, l'ha rico­nosciuta e l'ha compiuta e per questo la Chiesa ce la tramanda perché noi, a no­stra volta, impariamo a pregare come il Cristo ha fatto, nella storia e per il mondo.

Dunque i salmi sono per noi una vera "scuola di preghiera" perché posso­no aiutarci a scoprire sempre meglio il realismo della preghiera, purificandola così da aspetti troppo personali e sentimentali.

 

[tratto da: "SHALOM" di Giuseppe Florio - Ed. Queriniana]

 

 

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