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Mignanego (GE) |
La preghiera dei SALMI |
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Salmi d'azione di grazie 18
- 22 - 30 - 32 - 34 - 40 - 41 - 66 - 103 - 107 - 116 - 118 Sono canti di ringraziamento
espressi da chi ha sperimentato una liberazione nella sua vita personale. Si
parla quasi sempre di un "male" che colpisce l'uomo, di nemici ma
senza molti dettagli. Prendiamo il Salmo 22 e il
salmo 30. Salmo 22 Al maestro del coro. Sull`aria: «Cerva
dell`aurora». Salmo. Di Davide. 2«Dio mio, Dio mio, perché mi hai
abbandonato? Tu sei
lontano dalla mia salvezza»: sono le
parole del mio lamento. 3Dio mio, invoco di giorno e non rispondi, grido di
notte e non trovo riposo. 4Eppure tu abiti la santa dimora, tu, lode di
Israele. 5In te hanno sperato i nostri padri, hanno
sperato e tu li hai liberati; 6a te gridarono e furono salvati, sperando in
te non rimasero delusi. 7Ma io sono verme, non uomo, infamia
degli uomini, rifiuto del mio popolo. 8Mi scherniscono quelli che mi vedono, storcono le
labbra, scuotono il capo: 9«Si è affidato al Signore, lui lo scampi; lo liberi,
se è suo amico». 10Sei tu che mi hai tratto dal grembo, mi hai
fatto riposare sul petto di mia madre. 11Al mio nascere tu mi hai raccolto, dal grembo
di mia madre sei tu il mio Dio. 12Da me non stare lontano, poiché
l`angoscia è vicina e nessuno
mi aiuta. 13Mi circondano tori numerosi, mi
assediano tori di Basan. 14Spalancano contro di me la loro bocca come leone
che sbrana e ruggisce. 15Come acqua sono versato, sono
slogate tutte le mie ossa. Il mio
cuore è come cera, si fonde in
mezzo alle mie viscere. 16E` arido come un coccio il mio palato, la mia
lingua si è incollata alla gola, su polvere
di morte mi hai deposto. 17Un branco di cani mi circonda, mi assedia
una banda di malvagi; hanno
forato le mie mani e i miei piedi, 18posso contare tutte le mie ossa. Essi mi
guardano, mi osservano: 19si dividono le mie vesti, sul mio
vestito gettano la sorte. 20Ma tu, Signore, non stare lontano, mia forza,
accorri in mio aiuto. 21Scampami dalla spada, dalle
unghie del cane la mia vita. 22Salvami dalla bocca del leone e dalle
corna dei bufali. 23Annunzierò il tuo nome ai miei fratelli, ti loderò
in mezzo all`assemblea. 24Lodate il Signore, voi che lo temete, gli dia
gloria la stirpe di Giacobbe, lo tema
tutta la stirpe di Israele; 25perché egli non ha disprezzato né sdegnato
l`afflizione del misero, non gli ha
nascosto il suo volto, ma, al suo
grido d`aiuto, lo ha esaudito. 26Sei tu la mia lode nella grande
assemblea, scioglierò
i miei voti davanti ai suoi fedeli. 27I poveri mangeranno e saranno saziati, loderanno
il Signore quanti lo cercano: «Viva il
loro cuore per sempre». 28Ricorderanno e torneranno al Signore tutti i
confini della terra, si
prostreranno davanti a lui tutte le
famiglie dei popoli. 29Poiché il regno è del Signore, egli domina
su tutte le nazioni. 30A lui solo si prostreranno quanti dormono
sotto terra, davanti a
lui si curveranno quanti
discendono nella polvere. E io vivrò
per lui, 31lo servirà la mia discendenza. Si parlerà
del Signore alla generazione che viene; 32annunzieranno la sua giustizia; al popolo che
nascerà diranno: «Ecco
l`opera del Signore!». È qui delineata la figura
del giusto che soffre e che nel suo dolore può diventare occasione di
salvezza per gli altri. Il Salmo si divide in due
parti: 1) dal v. 1 al v. 24: E un
uomo che giunto alla disperazione per l'assenza di Dio si sente perduto. La
sua esperienza nel subire il male (i tori, i cani) è reale e tragica; si
sentono i toni di un dialogo vigoroso, di una vera e propria lotta con Dio. 2) dal v. 24 al v. 32:
Nasce un canto di grazie. Il motivo è al v. 25: perché egli non ha
disprezzato né sdegnato l'afflizione del misero, non gli ha nascosto il suo
volto, ma, al suo grido d'aiuto, lo ha esaudito. Dio non può tradire se stesso abbandonando il povero che soffre.
Questi è cosciente di aver fatto una grande esperienza e di esserne debitore
verso Dio. Questo Salmo contiene un annuncio che per noi del Nuovo
testamento non è più nuovo, e cioè: quando Dio interviene la morte diventa
vita, la disperazione diventa ringraziamento. E Jahvè salva sempre, in
qualunque situazione, è la croce di Gesù di Nazareth che ne dà la conferma.
In Lui Dio ha amato tutti i poveri e i disperati. . Siamo di fronte a quella che noi chiamiamo: esperienza della
resurrezione. Il Cristo non poteva che fare suo questo Salmo. Lo schema della
Pasqua è già presente: dalla croce viene la risurrezione. Salmo 30 Salmo. Canto per la festa della
dedicazione del tempio. Di Davide. 2Ti esalterò, Signore, perché mi hai
liberato e su di me
non hai lasciato esultare i nemici. 3Signore Dio mio, a te ho
gridato e mi hai guarito. 4Signore, mi hai fatto risalire dagli
inferi, mi hai dato
vita perché non scendessi nella tomba. 5Cantate inni al Signore, o suoi fedeli, rendete
grazie al suo santo nome, 6perché la sua collera dura un istante, la sua
bontà per tutta la vita. Alla sera
sopraggiunge il pianto e al
mattino, ecco la gioia. 7Nella mia prosperità ho detto: «Nulla mi
farà vacillare!». 8Nella tua bontà, o Signore, mi hai
posto su un monte sicuro; ma quando
hai nascosto il tuo volto, io sono
stato turbato. 9A te grido, Signore, chiedo
aiuto al mio Dio. 10Quale vantaggio dalla mia morte, dalla mia
discesa nella tomba? Ti potrà
forse lodare la polvere e
proclamare la tua fedeltà? 11Ascolta, Signore, abbi misericordia, Signore,
vieni in mio aiuto. 12Hai mutato il mio lamento in danza, la mia
veste di sacco in abito di gioia, 13perché io possa cantare senza posa. Signore,
mio Dio, ti loderò per sempre. Sono parole di chi ha sperimentato
una liberazione dal pericolo e dal male perché ha capito che il Signore è
presente anche quando si nasconde, e vuole comunicarlo a tutti. Il punto del salmo è nei
versetti 7-8: quest'uomo si sentiva sicuro come una montagna, ma è bastata
una breve lontananza di Dio perché tutto sembrasse cadere. 'Nella mia
prosperità ho detto: "Nulla mi farà vacillare!". Nella tua bontà, o
Signore, mi hai posto su un monte sicuro; ma quando hai nascosto il tuo
volto, io sono stato turbato. Al v. 10 il salmista
ripete una convinzione propria del suo tempo, e cioè che l'uomo, dopo la
morte, non potesse più lodare. "Quale vantaggio dalla mia morte,
dalla mia discesa nella tomba? Ti potrà forse lodare la polvere e proclamare
la tua fedeltà? Ma non è qui la sua scoperta.
Si accorge che in realtà tutto dipende dalla misericordia, dalla gratuità di
Dio e non dalla lode all'uomo (v. 11). "Ascolta, Signore,
abbi misericordia, Signore, vieni in mio aiuto. Ecco perché qui si parla
di risurrezione (v. 4). Il messaggio è simile al Salmo 22. Signore,
mi hai fatto risalire dagli inferi, mi hai dato vita perché non scendessi
nella tomba. L'uomo diventa povero
attraverso l'esperienza concreta perché solo attraverso la morte (l'eclissi di
Dio) può imparare che tutto viene da Lui. "Alla sera
sopraggiunge il pianto e al mattino ecco la gioia" (v.
6). Alla luce di quanto si è detto sarà opportuno che cominciamo a
rivedere la nostra preghiera. Non possiamo esaurire la nostra preghiera nella
domanda di ciò che riteniamo utile per la nostra vita. Poco a poco entreremo
nella lode, cioè riconosceremo che il Signore è presente, anche se in modo
misterioso, che il Signore agisce, che dà vita all'uomo e al mondo intero,
che tutto è dono. L'uomo che non sente di dover lodare, è già morto. I Salmi sono la vita divenuta preghiera. Dio ha agito nella
nostra storia personale che è la nostra storia di salvezza. Impareremo a
pregare sugli avvenimenti concreti che ci hanno toccato, imparando a
coglierli come parola di Dio. Niente come pregare sulla nostra stessa storia
ci pacifica e ci riconcilia con noi stessi. I Salmi ci liberano da noi stessi e dal nostro individualismo.
Non sempre noi abbiamo vissuto ciò che i Salmi raccontano: odio, violenza,
angoscia mortale, oppressione; tuttavia queste cose fanno parte realmente
della storia di tutti i tempi, e certamente qualcuno in questo momento sta
vivendo proprio quelle situazioni in qualche angolo del mondo. 1 Salmi ci
mettono in comunione con tutto il popolo di Dio che soffre e che spera.
Quindi non esisto solo io e il mio Dio; ci sono tutti gli uomini, che sono
attaccati dal male, e per i quali sono chiamato a pregare. I Salmi hanno dunque una dimensione universale; dobbiamo
recitarli per tutto il popolo dei poveri, per accompagnare il mondo nel suo
cammino. Lentamente impareremo a recitare i Salmi riferendoli a Cristo. Del
resto, Lui per primo ne ha fatto la sua preghiera. Ogni parola di Dio del
Vecchio Testamento, pur avendo valore in se stessa, non può essere compiuta
che dal Cristo stesso nella sua Pasqua. Se i Salmi sono vita, esperienza, allora possiamo dire che nel
Cristo ogni forma di esperienza umana ha raggiunto il suo compimento.
Possiamo utilizzare i Salmi nella massima libertà, secondo quanto lo Spirito
ci suggerisce; però dobbiamo anche aiutarci nella preghiera. Se prendiamo
l'abitudine di classificarli prima di recitarli, questo ci aiuterà a cogliere
il Salmo, a valutarlo, a personalizzarlo e a renderlo anche preghiera
universale. [tratto da:
"SHALOM" di Giuseppe Florio - Ed. Queriniana] |