in
Mignanego (GE) |
La preghiera dei SALMI |
|
Lamentazioni e suppliche 6 - 7 - 13 - 17 - 25 - 26 - 35 - 38 -
39 - 42 - 43 - 44 - 51 - 55 - 69 - 70 - 71 - 74 - 77 - 79 - 80 - 86 - 88 - 90
- 102 - 109 -119 - 130 - 137 - 140 - 141 - 142 - 143 Sono i Salmi più numerosi e anche più
forti e sconcertanti. C'è un tema di fondo: un giusto soffre a causa della
malattia e della persecuzione e chiede di essere liberato. Bisogna tener
presente che a quel tempo il malato era considerato peccatore, come se la
sofferenza fosse dovuta ad un peccato personale. Ci troviamo quindi di fronte al
mistero del dolore: è il grido di tutti gli uomini che soffrono e questo
grido è diventato preghiera. Solo chi ha sofferto può capire questi salmi. Prendiamo come esempio due Salmi tra
i più conosciuti: Salmo
51 1Al maestro del coro. Salmo. Di Davide. 2 Quando venne da lui il profeta Natan dopo che aveva peccato con Betsabea. 3Pietà di me, o Dio, secondo la tua misericordia; nella tua grande bontà cancella il mio peccato. 4Lavami da tutte le mie colpe, mondami dal mio peccato. 5Riconosco la mia colpa, il mio peccato mi sta sempre dinanzi. 6Contro di te, contro te solo ho peccato, quello che è male ai tuoi occhi, io l`ho fatto; perciò sei giusto quando parli, retto nel tuo giudizio. 7Ecco, nella colpa sono stato generato, nel peccato mi ha concepito mia madre. 8Ma tu vuoi la sincerità del cuore e nell`intimo m`insegni la sapienza. 9Purificami con issopo e sarò mondo; lavami e sarò più bianco della neve. 10Fammi sentire gioia e letizia, esulteranno le ossa che hai spezzato. 11Distogli lo sguardo dai miei peccati, cancella tutte le mie colpe. 12Crea in me, o Dio, un cuore puro, rinnova in me uno spirito saldo. 13Non respingermi dalla tua presenza e non privarmi del tuo santo spirito. 14Rendimi la gioia di essere salvato, sostieni in me un animo generoso. 15Insegnerò agli erranti le tue vie e i peccatori a te ritorneranno. 16Liberami dal sangue, Dio, Dio mia salvezza, la mia lingua esalterà la tua giustizia. 17Signore, apri le mie labbra e la mia bocca proclami la tua lode; 18poiché non gradisci il sacrificio e, se offro olocausti, non li accetti. 19Uno spirito contrito è sacrificio a Dio, un cuore affranto e umiliato, Dio, tu non disprezzi. 20Nel tuo amore fa grazia a Sion, rialza le mura di Gerusalemme. 21Allora gradirai i sacrifici prescritti, l`olocausto e l`intera oblazione, allora immoleranno vittime sopra il tuo altare. È stato sempre attribuito a Davide.
Può darsi che almeno una parte sia stata composta dopo il peccato con
Bethsabea e l'uccisione di Uria. Non è come le altre lamentazioni, perché non
si parla di malattia o di nemici: qui c'è l'uomo nudo, con la sua miseria e
il suo peccato. vv. 3-9: Pietà di me, o Dio, secondo
la tua misericordia; nella tua grande bontà cancella il mio peccato. Lavami
da tutte le mie colpe, mondami dal mio peccato. Riconosco la mia colpa, il
mio peccato mi sta sempre dinanzi. Contro di te, contro te solo ho peccato, quello
che è male ai tuoi occhi, io l'ho fatto; perciò sei giusto quando parli,
retto nel tuo giudizio. Si invoca con forza la misericordia
e il perdono. Chi prega non si nasconde, riconosce di aver sbagliato e di
essere peccatore. Da notare il v. 6: Dio aveva promesso
a Davide un trono eterno (2 Sam. 7) e Davide si era impegnato alla fedeltà.
Ora, con il peccato, egli sente di aver mancato proprio di fedeltà a Dio:
Bethsabea e Uria non sono che conseguenze. Da notare il v. 7: Ecco,
nella colpa sono stato generato, nel peccato mi ha concepito mia madre. L'atto
stesso della generazione era considerato impuro (non cattivo). Cioè per
potere partecipare ad un rito bisognava prima purificarsi, e quindi chi
nasceva era considerato impuro. Ma in questo caso ci si riferisce alla natura
umana che è debole e incline al peccato. vv. 9-14: Ma tu vuoi la sincerità del
cuore e nell'intimo m'insegni la sapienza. Purificami con issopo e sarò
mondato; lavami e sarò più bianco della neve. Fammi sentire gioia e letizia, esulteranno
le ossa che hai spezzato. Distogli lo sguardo dai miei peccati, cancella
tutte le mie colpe. Crea in me, o Dio, un cuore puro, rinnova in me uno
spirito saldo. Non respingermi dalla tua presenza e non privarmi del tuo
santo spirito. Rendimi la gioia di essere salvato, sostieni in me un animo
generoso. È la grande preghiera, tipica del povero
che ha imparato a invocare; chiede purificazione, serenità, un cuore nuovo. vv. 15-19: Insegnerò agli erranti le
tue vie e i peccatori a te ritorneranno.
Liberami dal sangue, Dio, Dio mia salvezza, la mia lingua esalterà la
tua giustizia. Signore, apri le mie labbra e la mia bocca proclami la tua
lode; poiché non gradisci il sacrificio e, se offro olocausti, non li
accetti. Uno spirito contrito è sacrificio a Dio, un cuore affranto e
umiliato, tu, o Dio, non disprezzi. Il salmista fa una promessa:
comunicherà ad altri la sua esperienza di Dio. Avendo conosciuto il peccato e
la misericordia egli sa che la sua parola avrà efficacia. vv. 20-21: Nel tuo amore fa' grazia a
Sion, rialza le mura di Gerusalemme. Allora gradirai i sacrifici prescritti,
l'olocausto e l'intera oblazione, allora immoleranno vittime sopra il tuo
altare. Versetti di valore liturgico scritti
dopo l'esilio. È
il Salmo dell'invocazione. Per avere un cuore nuovo, per avere stabilità
nella fedeltà, per evitare il peccato e la ribellione bisogna diventare
poveri e invocare la grazia. L'annuncio è che di fronte al peccato non c'è la
condanna ma la misericordia e l'amore di Dio. C'è sempre possibilità di
salvezza per chi la chiede. Salmo
55 1 Al maestro del coro. Per strumenti a corda. Maskil. Di Davide. 2Porgi l'orecchio, Dio, alla mia preghiera, non respingere la mia supplica; 3dammi ascolto e rispondimi, mi agito nel mio lamento e sono sconvolto 4al grido del nemico, al clamore dell`empio. Contro di me riversano sventura, mi perseguitano con furore. 5Dentro di me freme il mio cuore, piombano su di me terrori di morte. 6Timore e spavento mi invadono e lo sgomento mi opprime. 7Dico: «Chi mi darà ali come di colomba, per volare e trovare riposo? 8Ecco, errando, fuggirei lontano, abiterei nel deserto. 9Riposerei in un luogo di riparo dalla furia del vento e dell`uragano». 10Disperdili, Signore, confondi le loro lingue: ho visto nella città violenza e contese. 11Giorno e notte si aggirano sulle sue mura, 12all`interno iniquità, travaglio e insidie e non cessano nelle sue piazze sopruso e inganno. 13Se mi avesse insultato un nemico, l`avrei sopportato; se fosse insorto contro di me un avversario, da lui mi sarei nascosto. 14Ma sei tu, mio compagno, mio amico e confidente; 15ci legava una dolce amicizia, verso la casa di Dio camminavamo in festa. 16Piombi su di loro la morte, scendano vivi negli inferi; perché il male è nelle loro case, e nel loro cuore. 17Io invoco Dio e il Signore mi salva. 18Di sera, al mattino, a mezzogiorno mi lamento e sospiro ed egli ascolta la mia voce; 19mi salva, mi dá pace da coloro che mi combattono: sono tanti i miei avversari. 20Dio mi ascolta e li umilia, egli che domina da sempre. Per essi non c`è conversione e non temono Dio. 21Ognuno ha steso la mano contro i suoi amici, ha violato la sua alleanza. 22Più untuosa del burro è la sua bocca, ma nel cuore ha la guerra; più fluide dell`olio le sue parole, ma sono spade sguainate. 23Getta sul Signore il tuo affanno ed egli ti darà sostegno, mai permetterà che il giusto vacilli. 24Tu, Dio, li sprofonderai nella tomba gli uomini sanguinari e fraudolenti: essi non giungeranno alla metà dei loro giorni. Ma io, Signore, in te confido. Anche ad una prima lettura si avverte
tutta la passione e la sofferenza contenuta in questo salmo. Chi sta pregando
subisce il male dei nemici, vede la città piena di peccato, è tradito dagli
amici e vorrebbe fuggire perché la disgregazione è troppo grande. Arriva al
punto di maledire e augurare la morte! Alla fine domina la fiducia. I
malvagi non avranno l'ultima parola. C'è Dio che interviene e salva. Si parla spesso di nemici e siamo
sorpresi dal tono che viene usato. Di che si tratta? Come è possibile pregare
usando espressioni di maledizione? Occorre precisare che qui i nemici sono
il male personificato, il potere satanico che agisce fra gli uomini. Con
questo male non può esserci comunione. Ecco perché la preghiera diventa una
lotta per la salvezza del mondo. Salmi come questo sono fatti per ricordarci
che non c'è solo il male che appare visibilmente cioè la realtà, la tragedia
del nostro peccato. C'è anche un male più profondo; ma soprattutto, chi
crede, afferma la certezza che il Signore ascolta. In realtà, nel Cristo Risorto, il
male è vinto e ogni povero che è oppresso è stato ascoltato. [tratto da:
"SHALOM" di Giuseppe Florio - Ed. Queriniana] |