Parrocchia di S. Ambrogio

in Mignanego (GE)

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La preghiera dei SALMI

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Codice liturgico realizzato per la cattedrale di Reggio Emilia - sec. XIV°

 

 

Salmi dell'alleanza

 

1 - 37 - 50 - 77 - 78 - 81 - 95 - 100 - 105 -111 - 112 - 114 - 115 - 135 - 136 - 145.

 

L'alleanza é la spina dorsale del Vecchio Testamento: Israele ha lenta­mente scoperto la fedeltà di Dio e l'esigenza di rispondere a questa fedeltà. E poiché il senso dell'alleanza tocca profondamente la vita, non c'è da stupirsi che la preghiera sia abbondante su questo tema. In questi Salmi la preghiera si fa più precisa: é indispensabile ritornare all'essenziale, alla chiamata, alla vocazione, e si prega per non dimenticare.

 

Consideriamo un Salmo recitato ogni giorno nella liturgia della Chiesa.

 

Salmo 95

 

              1Venite, applaudiamo al Signore,

       acclamiamo alla roccia della nostra salvezza.

       2Accostiamoci a lui per rendergli grazie,

       a lui acclamiamo con canti di gioia.

 

       3Poiché grande Dio è il Signore,

       grande re sopra tutti gli dei.

       4Nella sua mano sono gli abissi della terra,

       sono sue le vette dei monti.

       5Suo è il mare, egli l`ha fatto,

       le sue mani hanno plasmato la terra.

 

       6Venite, prostràti adoriamo,

       in ginocchio davanti al Signore che ci ha creati.

       7Egli è il nostro Dio,

       e noi il popolo del suo pascolo,

       il gregge che egli conduce.

 

       8Ascoltate oggi la sua voce:

       «Non indurite il cuore,

       come a Meriba, come nel giorno di Massa nel deserto,

       9dove mi tentarono i vostri padri:

       mi misero alla prova

       pur avendo visto le mie opere.

 

       10Per quarant`anni mi disgustai di quella generazione

       e dissi: Sono un popolo dal cuore traviato,

       non conoscono le mie vie;

       11perciò ho giurato nel mio sdegno:

       Non entreranno nel luogo del mio riposo».

 

 

È probabile che ci fossero delle liturgie per rinnovare l'alleanza.

vv. 1-2:Venite, applaudiamo al Signore, acclamiamo alla roccia della no­stra salvezza. Accostiamoci a lui per rendergli grazie, a lui acclamiamo con canti di gioia.

È l'invito alla festa.

 

vv. 3-5: Poiché grande Dio è il Signore, grande re sopra tutti gli dèi. Nella sua mano sono gli abissi della terra, sono sue le vette dei monti. Suo è il ma­re, egli l'ha fatto, le sue mani hanno plasmato la terra.

La festa ha senso perché solo Dio é Dio.

 

vv. 6-7: 6 Venite, prostrati adoriamo, in ginocchio davanti al Signore che ci ha creati. 'Egli è il nostro Dio, e noi il popolo del suo pascolo, il gregge che egli conduce.

La festa celebra il "nostro" Dio.

 

vv. 8-9: Ascoltate oggi la sua voce. "Non indurite il cuore, come a Meri­ba, come nel giorno di Massa nel deserto, dove mi tentarono i vostri padri: mi misero alla prova, pur avendo visto le mie opere.

Il ricordo della generazione infedele é salutare.

 

Che annuncio ci porgono questi salmi? L'alleanza non é mai perfettamente compiuta, saremo sempre nell'attesa.

Nel frattempo deve essere viva in noi la richiesta della Fedeltà perché Dio realizzi in noi la sua volontà e ci liberi dalle mormorazioni e dalla disobbe­dienza alla sua parola.

 

Ed ora alcune considerazioni sulla nostra vita di preghiera.

Prima di tutto siamo convinti della necessità della preghiera? Se é vero, come é vero, che Dio é origine della nostra vita e fondamento del nostro es­sere, come si può pensare che la preghiera é una forma di suggestione? Cer­chiamo allora di vedere concretamente quanto tempo diamo alla preghiera. Quando preghiamo, oltre alla difficoltà solita, se ne aggiunge un'altra: noi non sappiamo cosa domandare e cosa sia bene per noi. l Salmi ci educano a chiedere le cose vere, i veri doni che Dio non potrà rifiutarci.

Nella nostra tradizione occidentale non esistono tecniche vere e pro­prie, metodi per pregare. Con i Salmi siamo in tutta semplicità di fronte a Dio che conosce le profondità e le contraddizioni del cuore umano, che co­nosce l'uomo nella sua esperienza concreta di gioia e dolore. Questo signifi­ca che l'atteggiamento fondamentale della preghiera é quello della povertà. Per pregare bisogna essere poveri dentro, senza pretese e senza vanità, per stare davanti al Signore così come siamo.

Secondo quanto abbiamo già detto é la nostra stessa vita che può diven­tare preghiera. Con i Salmi interroghiamoci sulla nostra preghiera di inter­cessione: tutti i versetti che parlano di lamento, di morte, di odio e di violen­za, per noi non sono altro che un invito a portare il dolore del mondo.

Forse ora cominciamo a capire meglio perché certi Salmi hanno bisogno di un esplicito riferimento al Cristo. Il Cristo ha vissuto proprio il grido di tutti i poveri, é Lui il Giusto perseguitato. E con la sua resurrezione ci ha detto che Dio non é dalla parte della morte, cioè del violento, del potente. Certi salmi, pregati nel Cristo, diventano un vero atto di fede nella soffe­renza, cioè nella sua forza redentiva per il bene dell'umanità.

 

[tratto da: "SHALOM" di Giuseppe Florio - Ed. Queriniana]

 

 

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