Parrocchia di S. Ambrogio

in Mignanego (GE)

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La preghiera dei SALMI

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Salterio di S. Luigi - Parigi sec. XIII°

 

 

Salmi di Gerusalemme

 

15 - 46 - 48 - 76 - 84 - 87 - 91

 

A questi salmi bisogna aggiungere i salmi Graduali che vanno dal 120 al 134.

Probabilmente venivano recitati mentre si saliva a Gerusalemme, il luo­go privilegiato d'Israele, dove s'incontrava Dio, perché si andava al Tempio. In questi salmi c'è spesso di più d'una salita a cui si allude: la prima é quella degli stessi pellegrini, poi quella dall'Egitto alla Terra promessa, da Babilonia a Gerusalemme dopo l'Esilio e, infine, la salita definitiva alla fine dei tempi. C'è il senso del movimento, del pellegrinare, di un cammino fatto per amore del Signore.

Vediamo alcuni salmi:

 

 

Salmo 122

 

       1 Canto delle ascensioni. Di Davide.

 

       Quale gioia, quando mi dissero:

       «Andremo alla casa del Signore».

       2E ora i nostri piedi si fermano

       alle tue porte, Gerusalemme!

       3Gerusalemme è costruita

       come città salda e compatta.

       4Là salgono insieme le tribù,

       le tribù del Signore,

       secondo la legge di Israele,

       per lodare il nome del Signore.

       5Là sono posti i seggi del giudizio,

       i seggi della casa di Davide.

       6Domandate pace per Gerusalemme:

       sia pace a coloro che ti amano,

       7sia pace sulle tue mura,

       sicurezza nei tuoi baluardi.

       8Per i miei fratelli e i miei amici

       io dirò: «Su di te sia pace!».

       9Per la casa del Signore nostro Dio,

       chiederò per te il bene.

 

È un grande canto pieno di ammirazione e di gioia.

Su Gerusalemme si invoca Shalom perché non le manchi nulla, non sia nel bisogno.

Si ha veramente l'impressione di avere di fronte la città della resurrezione. Sembra già perfetta e compiuta. Se in essa vi è il Cristo risorto, quanti vi sal­gono avranno Shalom. È infatti la Risurrezione a rendere bella questa città.

 

 

 

Salmo 130

 

       1 Canto delle ascensioni.

 

       Dal profondo a te grido, o Signore;

       2Signore, ascolta la mia voce.

       Siano i tuoi orecchi attenti

       alla voce della mia preghiera.

 

       3Se consideri le colpe, Signore,

       Signore, chi potrà sussistere?

       4Ma presso di te è il perdono:

       e avremo il tuo timore.

       5Io spero nel Signore,

       l`anima mia spera nella sua parola.

 

       6L`anima mia attende il Signore

       più che le sentinelle l`aurora.

       7Israele attenda il Signore,

       perché presso il Signore è la misericordia

       e grande presso di lui la redenzione.

       8Egli redimerà Israele

       da tutte le sue colpe.

 

È il grande salmo della fiducia e della speranza. A Gerusalemme, il pecca­tore, trova la misericordia del Signore. Di questo c'è la certezza.

E c'è il desiderio di condividere, di partecipare questa certezza a tutto Israele affinché si senta e si scopra popolo redento.

 

 

 

Salmo 133

 

       1 Canto delle ascensioni. Di Davide.

 

       Ecco quanto è buono e quanto è soave

       che i fratelli vivano insieme!

       2E` come olio profumato sul capo,

       che scende sulla barba,

       sulla barba di Aronne,

       che scende sull`orlo della sua veste.

       3E` come rugiada dell`Ermon,

       che scende sui monti di Sion.

       Là il Signore dona la benedizione

       e la vita per sempre.

 

I fratelli che sono insieme hanno realmente un dono grande: fanno pen­sare al profumo dell'olio che consacra il sacerdote e alla rugiada che dà fre­schezza e sollievo.

Non è forse la descrizione di ciò che possono essere i credenti nel Cristo risorto? È lui la nostra benedizione. Per noi Gerusalemme potrebbe essere la Chiesa, e con questi salmi siamo in comunione con tutti i credenti nella Pa­squa del Cristo.

È proprio nella Chiesa che c'è la profezia, qualcosa di nuovo. Che signifi­ca? Nella comunità vediamo la realtà del peccato, le deformazioni dell'uomo e del mondo. Ma c'è sempre la vita e la resurrezione che dominano nono­stante tutto. Ai discepoli la profezia è data non perché sono capaci e merite­voli o perché si guardano l'un l'altro, ma perché guardano il Cristo, che solo ha il potere di unificarli e rinnovarli. Gerusalemme non ha più mura ne frontiere. È chiamata a far suo ogni ideale umano, ogni ricerca e ad offrire tutto al Signore.

 

[tratto da: "SHALOM" di Giuseppe Florio - Ed. Queriniana]

 

 

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