Parrocchia di S. Ambrogio

in Mignanego (GE)

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La preghiera dei SALMI

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pagina miniata del Salterio di David - sec. X°

 

 

Salmi dell'Emmanuele

 

4 - 5 - 16 - 23 - 27 - 31 - 36 - 49 - 61 - 63 - 73 - 139

 

In questi Salmi, chi prega è tentato, è in difficoltà, e allora va a consulta­re Jahvè. C'è complessivamente un forte clima di intimità spirituale ma an­che situazioni molto ambivalenti e difficili in cui sembra che il Signore non sia presente, non sia con lui.

Il Salmista è andato a consultare Jahvè ed ha avuto una risposta. Ha capito che quanto ora sta vivendo è un dono: è il modo attraverso cui Dio lo ac­coglie come ospite!

 

Vediamo il salmo 63

 

       1 Salmo. Di Davide, quando dimorava nel deserto di Giuda.

 

       2O Dio, tu sei il mio Dio, all`aurora ti cerco,

       di te ha sete l`anima mia,

       a te anela la mia carne,

       come terra deserta,

       arida, senz`acqua.

       3Così nel santuario ti ho cercato,

       per contemplare la tua potenza e la tua gloria.

       4Poiché la tua grazia vale più della vita,

       le mie labbra diranno la tua lode.

 

       5Così ti benedirò finché io viva,

       nel tuo nome alzerò le mie mani.

       6Mi sazierò come a lauto convito,

       e con voci di gioia ti loderà la mia bocca.

       7Quando nel mio giaciglio di te mi ricordo

       e penso a te nelle veglie notturne,

       8a te che sei stato il mio aiuto,

       esulto di gioia all`ombra delle tue ali.

 

       9A te si stringe l`anima mia

       e la forza della tua destra mi sostiene.

       10Ma quelli che attentano alla mia vita

       scenderanno nel profondo della terra,

       11saranno dati in potere alla spada,

       diverranno preda di sciacalli.

       12Il re gioirà in Dio,

       si glorierà chi giura per lui,

       perché ai mentitori verrà chiusa la bocca.

 

Chi prega è andato al Santuario per cercare Dio (v. 3). Non sapeva più dove andare, talmente l'esperienza fatta l'aveva inaridito (v. 2).

O Dio, tu sei il mio Dio, all'aurora ti cerco, di te ha sete l'anima mia, a te anela la mia carne, come terra deserta, arida, senz'acqua. Così nel santuario ti ho cercato, per contemplare la tua potenza e la tua gloria.

 

Il desiderio di Dio è veramente acuto; c'è quasi il tormento della ricerca ma ha già anche visto e sperimentato la dolcezza di Dio (v. 8).

Nel mio giaciglio di te mi ricordo, penso a te nelle veglie notturne, a te che sei stato il mio aiuto, esulto di gioia all'ombra delle tue ali.

 

Ormai le difficoltà, i nemici, non lo spaventano; si sente sostenuto (v 9).

A te si stringe l'anima mia e la forza della tua destra mi sostiene.

 

C'è un annuncio un po' unico per il Vecchio Testamento, al v. 4

"La tua grazia vale più della vita".

 

Per gli Ebrei la vita era il valore assoluto e, chi vi­veva a lungo, dimostrava di avere meriti presso Dio! Il salmista ha scoperto Dio, lo vede presente e questo relativizza tutto, anche là giustizia nella qua­le credeva. Dio solo conta.

È la grande preghiera della fede pura. Non c'è bisogno di chiedere a Dio che si manifesti: Dio c'è già, è nell'intimo del nostro desiderio.

 

Che dire ancora sulla preghiera?

I Salmi ci ispirano qualcosa di molto concreto anche per la preghiera co­munitaria. Israele ha pregato con delle poesie. Questo significa che la bellez­za deve entrare a far parte della nostra preghiera e della nostra espressione di fede. Abbiamo bisogno di diventare tutti un po' poeti, con gusto, fantasia, semplicità; non si può vivere solo di tecnica e di efficacia. Concretamente: Quando preghiamo in comunità, o da soli (per un tem­po prolungato) non è forse necessario tenere il nostro corpo in una certa po­sizione? E il luogo non è forse importante? Anche il tempo non può essere trascurato. È doppiamente difficile pregare in una assemblea che va avanti a spintoni o in modo molto affrettato. Dalla posizione del nostro corpo, dal luogo e dal tempo consacrati alla preghiera, deve trasparire una bellezza che manifesti la presenza di qualcuno.

Ci vuole inoltre un'attenzione molto particolare al canto per far si che la Parola di Dio diventi realmente una lode. Ci sono poi le immagini e i segni: riguardo a queste cose, l'esperienza di fede ci suggerisce che la semplicità e la sobrietà sono forse le regole migliori.

Chiediamoci cosa dobbiamo concretamente fare per migliorare l'espe­rienza della preghiera nella nostra comunità.

 

Ricapitolando, possiamo dire che sono tre le grandi caratteristiche della preghiera dei Salmi:

1) La lode e l'adorazione, fatte nella gratuità, nella gioia e nella poesia. Cantiamo il Signore per quanto ha fatto nel passato e per quanto compie og­gi nella nostra vita. Tutto deve far parte della preghiera. Tutto è degno di lo­de.

2) La solidarietà nell'intercessione per quanti soffrono a causa dei nemi­ci, cioè del male e del peccato. Nella preghiera cerchiamo di "uscire da noi stessi".

3) La povertà. Preghiamo cosi come siamo e con quello che abbiamo, chiedendo al Signore di liberarci e darci la sua grazia. Ogni nostra preghiera sarà incompleta. E nel Cristo che trova il suo compimento. Ogni Salmo ser­virà per riportarci a Jahvè.

 

[tratto da: "SHALOM" di Giuseppe Florio - Ed. Queriniana]

 

 

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