Parrocchia di S. Ambrogio in Mignanego
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il
cammino della preghiera - lez. 9 CHIEDERE IN OGNI NECESSITA' Gesù non ha
insegnato che per alcuni problemi e difficoltà possiamo pregare e per altri
no. Gesù ha espressamente e ripetutamente insegnato che per qualunque
problema possiamo pregare Dio ed Egli risponderà: "Tutto quello che domandate nella
preghiera abbiate fede di averlo (già) ottenuto e vi sarà accordato". (Mc. XI, 24) "Se due di voi... si accorderanno
per domandare qualunque cosa, il Padre mio ve la concederà ". (Mt. XVIII, 19) " Qualunque cosa chiederete nel nome mio,
la farò, perchè i1 Padre sia glorificato nel Figlio ". (Gv. XIV, 13) " Se rimanete in me e le mie
parole rimangono in voi, chiedete quel che volete e vi sarà dato ". (Gv. XV, 7) "Tutto quello che chiederete con
fede nella preghiera lo otterrete ". (Mt. XXI, 22) "Vi ho scelti perchè andiate e
portiate frutto e il vostro frutto rimanga: perchè tutto quello che chiederete
al Padre nel nome mio ve lo conceda ". (Gv. XV, 16) Non si può negare
che sono sconcertanti queste promesse di Cristo: non si possono mettere limiti
alla potenza della preghiera. Noi saremo tentati di limitare l'ambito della
preghiera alle cose spirituali, ma Cristo non la pensa affatto così. Nel libro "Le
lettere di Berlicche" di C. S. Lewis il demonio-capo scrive questa
raccomandazione al demonio-apprendista "Tizzone ardente" al riguardo
di come comportarsi con una certa signora che amava molto la preghiera:
" Senza dubbio è impossibile distogliere quella donna dal pregare, ma
noi abbiamo inventato il modo per rendere innocua la preghiera. Fa' così:
cerca di rendere le preghiere molto spirituali, convincila che Dio si
interessa solo delle cose della sua anima e non si interessa affatto dei suoi
reumatismi... ". Sì, ha ragione Lewis, è forte la tentazione di relegare
Dio sempre al di là delle nuvole e non permettergli di entrare nell'intimo
delle nostre cose. Ma Gesù ci ha istruiti su Dio in un modo molto diverso.: Gesù` sfida il
razionalismo: "Cinque passeri non si vendono
forse per due soldi? Eppure nemmeno uno di essi è dimenticato davanti a
Dio. Anche i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non temete, voi
valete più di molti passeri ". (Lc. XII,6) Dio entra
misteriosamente nell'intreccio della nostra vita e della nostra libertà.
Secondo Gesù, Dio entra nei più piccoli dettagli della nostra esistenza:
contai capelli del capo! Gesù non poteva
essere più geniale nel coniare i suoi slogan della provvidenza. Sono parole
che bisognerebbe portare sempre sul cuore e che bisognerebbe sperimentare
con frequenza. Pregare per qualunque necessità come ci invita a fare Gesù è
appunto far entrare nella verifica della nostra esperienza diretta il suo
insegnamento sulla vicinanza di Dio a noi. "Guardate i gigli del campo... Se
Dio veste così l'erba del campo che oggi c'è e domani si getta nel fuoco,
quanto più voi, gente di poca fede ". (Lc. XII, 28) Dio tesse il
vestito al giglio... e Dio tesse la nostra vita. Gesù aggiunge: Dio si
interessa tanto del giglio... che vale poco al confronto di voi! immaginate
la cura che ha di voi? La presenza di Dio permea tutti i nostri atti e noi
viviamo da incoscienti. Dobbiamo imparare a far entrare Dio nei meandri
della nostra vita e sconfiggere il nostro stupido razionalismo. E' difficile,
si capisce, perchè dobbiamo lottare contro noi stessi, dobbiamo vedere ciò
che non vediamo, sentire ciò che non sentiamo, dobbiamo credere. Eppure Gesù
ci comanda di fare esperienza della vicinanza di Dio attraverso la preghiera
fiduciosa su tutti i nostri problemi. Sì, è duro per il
nostro razionalismo dar credito a ciò che Cristo ci ha insegnato sulla
preghiera. Ma Cristo l'ha insegnato! I santi spesso hanno fatto cose
portentose proprio perchè hanno accettato ciecamente l'insegnamento di Gesù.
Ma Gesù non ha parlato per i santi, ha proprio parlato per la gente di poca
fede, cioè per noi. -Dunque sperimentiamo almeno se Gesù ha ragione o nò.
Verifichiamo le parole di Cristo attraverso la preghiera fiduciosa. Non ci
costa nulla, siamo noi soli a guadagnare. "Vi dico: per la vostra vita non affannatevi
di quello che mangerete o berrete, e neanche per il vostro corpo di quel che
indosserete ". (Mt. VII, 25) " ...Non state con l'animo in
ansia: di tutte queste cose si preoccupa la gente del mondo, ma il Padre
vostro sa che ne avete bisogno ". (Le. XII, 29) Non affannarsi! Non
stare in ansia! Dio è padre e ci è vicino in ogni più piccola necessità. " Quale padre tra voi se il
figlio gli chiede un pane gli darà una pietra? o se gli chiede un pesce gli
darà una .serpe? o se gli chiede un uovo gli darà uno scorpione? ". (Le. XI, 11) Gesù insinua:
volete forse pensare che Dio sia meno di un buon papà? " Chiedete e vi sarà dato!
". (Lc. XI, 9) Sì, sperimentiamo
la vicinanza di Dio. E allora capiremo anche la profondità della pedagogia di
Cristo: Gesù vuole esercitarci nella fede, svegliarci alla fede, farci
crescere nella fede. La preghiera
fiduciosa è il polmone che fa respirare la fede: ci fa vivere accanto a Dio
e fa vivere Dio accanto a noi, ci sveglia alla sua presenza. Ci apre ad un
rapporto affettuoso, cioè vero, concreto. Noi abbiamo bisogno di far
camminare la fede, di tirarla giù dalla stratosfera: la preghiera fiduciosa
a Dio per tutte le nostre necessità e preoccupazioni fa proprio questo, fa
entrare la religione nei meandri della nostra vita, la fa passare dal teorico
al pratico e ci dà sicurezza e felicità. E' per risolvere i
problemi fondamentali dell'uomo che Gesù ha insegnato a pregare. " Chi impara a
pregare impara a vivere " (S. Agostino). CHIEDERE
LO SPIRITO Si potrebbe dire
che tutto ciò che Cristo insegna sulla preghiera di domanda e di
intercessione culmina in una vetta: Cristo insegna a chiedere al Padre la
cosa più straordinaria, insegna a chiedere la somma di tutti i beni, il Bene
infinito, lo Spirito Santo. "Qual padre tra voi se il figlio
gli chiede un pane gli darà una pietra? o se gli chiede un pesce gli darà al
posto del pesce una serpe? o se gli chiede un uovo gli darà uno scorpione? Se
dunque voi, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto
più il Padre vostro celeste darà lo Spirito Santo a coloro che glielo
chiedono ". (Lc. XI, 11) Rispondiamo
anzitutto ad un problema di impostazione: possediamo già lo Spirito Santo o
non lo possediamo? Se lo possediamo, perchè lo dovremmo chiedere? E' certo che in
noi, per il Battesimo e la Cresima, vive lo Spirito Santo, ma in noi e su
noi agisce veramente? E' accertabile dai nostri atti che siamo "
posseduti " dallo Spirito Santo? Che siamo " tempio vivo "
dello Spirito? Noi, cristiani battezzati e cresimati, in che cosa differiamo
dagli altri uomini? Ecco il punto. Basta un minimo di sincerità e dobbiamo
dire: viviamo spesso come tutti gli altri, pensiamo come tutti gli altri,
parliamo come tutti gli altri; la nostra vita è molto pagana e ben poco
segnata dalla presenza dello Spirito. Ecco allora perchè
Gesù ci invita ad implorare dal Padre lo Spirito. Il linguaggio umano non si
esprime con precisione, quasi certamente Gesù intende farci chiedere di
aprirci allo Spirito che vive in noi, di ubbidire allo Spirito, di lasciarlo
esprimere in noi profondamente perchè lo Spirito è il principale movente
della nostra vita: che Egli possa così prendere possesso a poco a poco dei
nostri pensieri, delle nostre parole e delle nostre azioni e noi possiamo così
diventare in tutto degli esseri non più mossi dalla carne, ma mossi dallo
Spirito. Noi i padroni Le parole di Cristo
ci aprono anzitutto a questa realtà: siamo noi i responsabili del dono di
Dio, noi possiamo avere lo Spirito o chiuderci a lui, possiamo dire di sì o
dire no, possiamo dare "via libera " allo Spirito in noi o
soffocare la sua azione. E' Dio che ci ha voluti così grandi. E' una responsabilità
che dà le vertigini, ma è un grandissimo dono, perchè è proprio per questo
che noi abbiamo la capacità di amare. E' per il dono della nostra libertà che
noi siamo figli veri, creature cioè che amano veramente con tutta la potenza
della loro volontà, creature che scelgono Dio mentre potevano non
sceglierlo. Siamo noi i "
padroni dello Spirito ": l'espressione è talmente paradossale che pare
persino offensiva, ma Dio ha fissato Lui questo tremendo privilegio: di
poterci aprire allo Spirito e di poterlo rifiutare. Gesù poi ha
specificato con precisione il mezzo per dire sì allo Spirito: la preghiera. Cìò
significa che in qualunque tempo, in qualunque situazione noi possiamo
liberamente ottenere questo dono immenso di Dio. E' importante
questo: possiamo commettere qualunque errore, ma il possedere o no lo Spirito
è in mano nostra, dipende dalla nostra preghiera. Gli uomini possono
privarci di tutto, ma nessuno potrà mai privarci della preghiera e con la
preghiera noi abbiamo sempre tutto, perchè abbiamo Dio, abbiamo lo Spirito.
Possono esserci situazioni catastrofiche intorno a noi, ma nessuna catastrofe
ci toglierà mai la possibilità di pregare, quindi la possibilità di possedere
Dio. Avere tutto Possedendo lo
Spirito possediamo tutto, perchè possediamo Dio; chiedendo lo Spirito
chiediamo tutto, perchè chiediamo Dio. Non esiste un'altra preghiera di
ampiezza così smisurata come questa. Abbiamo bisogno di
umiltà? Chiediamo lo Spirito, è ben più che chiedere l'umiltà: è avere il costruttore
di tutta la vita cristiana in noi. Abbiamo bisogno di carità? Chiedere lo
Spirito è chiedere ben di più della carità: lo Spirito è la carità infinita
personificata. Siamo fiacchi nella preghiera? Sentiamo che dovremmo chiedere
più amore alla preghiera? Ma chiedere lo Spirito è chiedere nient'altro che
il maestro in persona della preghiera. Non c'è preghiera che
possiamo rivolgere al Padre così profonda come il chiedere lo Spirito. Quando? Come? Dove? In qualsiasi
momento la preghiera è possibile, perciò in qualsiasi momento possiamo avere
accanto a noi lo Spirito. Ci sono momenti
molto gravi nella vita in cui si decide tutta la nostra esistenza; sono
quelli i momenti privilegiati in cui possiamo avere accanto a noi lo Spirito
per vedere meglio, sapere e decidere. Ci sono i momenti della tentazione in
cui, da soli, non ce la facciamo: rivolgiamoci dunque allo Spirito, è lui la
potenza infinita di Dio! Ci sono i momenti
del tedio, della pesantezza e della croce: lo Spirito è il " Consolatore
". Gesù lo ha presentato così, invochiamolo dunque così. Ci sono i
momenti della debolezza e del peccato; lo Spirito è la santità, è la forza
che ci è data per riprenderci, per avere buona volontà. Ci sono i momenti in
cui un fratello ha bisogno di noi, dalla nostra parola può dipendere un
orientamento nuovo per la sua vita. E' il momento specifico dello Spirito. Prima di rispondere
consultiamo lo Spirito, invochiamo lo Spirito, mettiamoci in sintonia con la
sua volontà e i suoi desideri. L'Eucaristia è solo
in chiesa, ma lo Spirito è presente a noi in qualunque posto, in ogni
situazione e in qualunque tempo; è pronto a darsi a noi in qualunque
momento, pronto a venirci incontro ed essere portato in qualunque luogo,
davanti a qualunque personaggio. Basta la preghiera: a una preghiera
ardente e sincera lo Spirito risponde sempre. Lo Spirito non ha
bisogno di formule per essere invocato. La formula brevissima di Gesù è completa:
Padre, per Gesù, dammi il tuo Spirito Santo! Basta un pensiero:
allo Spirito non occorrono molte parole. Basta un semplice atto di fede e lo
Spirito è accanto a noi per aiutarci. Per chi? Lo Spirito è a
disposizione nostra e di tutti. Quanto spesso altri fratelli hanno bisogno
del nostro aiuto! invocando su di loro lo Spirito diamo loro veramente
tutto, che cosa potremmo dare di più? Non riusciamo ad aiutare una persona?
Ma perchè affannarci a persuadere? Non si arriva più presto allo scopo se
ìmploriamo su quella persona lo Spirito Santo? Abbiamo una persona amica che
sta battendo una strada sbagliata? Non riempiamo la sua testa con prediche:
c'è una cosa molto più intelligente da fare, imploriamo su di lei lo Spirito.
Imploriamo lo Spirito su una persona con cui non riusciamo a collimare, forse
lo Spirito ci illuminerà sui nostri torti. Imploriamo lo
Spirito su chi ha cattive abitudini: è una forza nuova che gli comunichiamo
e che può entrare in azione in modo determinante. Imploriamo lo Spirito su
chi ha importanti responsabilità. Imploriamo lo Spirito quando una persona
ha bisogno di noi, avremo più luce a capire e ad aiutare. Imploriamo lo
Spirito su chi parla in un'assemblea e su chi ascolta. Imploriamo lo
Spirito sul Capo della Chiesa e sui Vescovi. Imploriamo lo Spirito sui
giornalisti e sui politici.
Imploriamo lo Spirito su chi manovra il mondo economico. Imploriamo lo
Spirito sugli uomini di scienza e sugli artisti. Imploriamo lo Spirito su
chi gestisce i mass-media. Implorare lo
Spirito sveglia spesso in noi il senso della collaborazione e ci forma alla
corresponsabilità, spesso ci matura alla comprensione dei compiti difficili
degli altri e spezza i nostri giudizi troppo facili ed affrettati. [tratto dal testo : "il cammino della preghiera"
- Centro Missionario P. De Foucauld - Cuneo 1982] |